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Intervista a Ricci, un'occasione persa per fare chiarezza

Come promesso alcuni giorni fa, abbiamo appena pubblicato l'intervista a Franco Maria Ricci, Presidente Ais Lazio e Direttore di Bibenda. Peccato. Peccato perché a mio avviso Ricci ha perso un'altra delle molteplici occasioni che ha avuto - e non ha mai raccolto - di poter fare finalmente chiarezza sulle reali e concrete motivazioni che hanno portato all'esclusione dall'ottava edizione della Guida Duemilavini di numerose aziende, anche aziende premiate in precedenza. Chiarezza che non solo è dovuta alle aziende escluse dalla guida quanto - e soprattutto - ai soci Ais che credono nel lavoro dell'Associazione e desiderano che il prestigio e la credibilità della Guida Vini che li rappresenta non vengano in alcun modo intaccati.

Dell'intera intervista condotta da Alessandro Maurilli che affronta anche altri argomenti e che potete leggere in versione integrale su TigullioVino.it, ho voluto qui riproporvi alcuni specifici passaggi unitamente alle mie personalissime ed opinabili considerazioni, relativamente alle ormai ben note vicende già ampiamente affrontate qui, qui e qui.


Le commissioni d'assaggio di Duemilavini

In primo luogo, l'intervista mi è stata utile per sciogliere un dubbio che da sempre serbo relativamente alla composizione delle commissioni d'assaggio della Guida Duemilavini. Essendo la guida dell'Associazione Italiana Sommelier - almeno così si presenta - ho sempre ed erroneamente dato per scontato che le commissioni d'assaggio della Duemilavini fossero distribuite su tutto il territorio nazionale e che, per ciascuna regione, vi fosse un gruppo di sommelier della stessa regione preposto all'assaggio ed alla recensione delle campionature vini del proprio territorio. Almeno, questa è la soluzione che troverei più logica visto che sembra sensato supporre che i sommelier di una determinata regione, siano proabilmente più preparati e competenti sui vini e sui produttori della propria regione rispetto a quelli di un'altra regione. Dall'intervista emerge invece che "la commissione è composta da 75 sommelier dell'Ais Lazio perché è la regione dove è nata (la guida ndr) e perché sono appunto le persone che hanno contribuito al suo sviluppo". Punto.


La chiusura del Forum Ais

Tenevo molto a far luce sulla vicenda relativa alla soppressione del Forum Ufficiale dell'Associazione Italiana Sommelier ed è per questo che ho espressamente chiesto ad Alessandro di rivolgere a Ricci anche una domanda specifica sul tema, volta a chiarire i motivi della chiusura ti tale Forum. In fondo Ricci è membro del Consiglio Nazionale quindi, immaginavo, ne saprà certo più di noi. Mi sbagliavo di grosso. Alla richiesta delle motivazioni, Ricci ha tagliato corto con un "beh per quello non so, dovrebbe chiedere al Presidente dell'Ais perché io non c'entro niente".

Pazienza, nel frattempo segnalo a chi ancora non lo sapesse che esiste un nuovo Forum Ais, in teoria non ufficiale poiché privo della benedizione e del riconoscimento da parte dell'Associazione Italiana Sommelier ma in realtà luogo dove da diversi mesi si incontrano i medesimi sommelier che si incontravano prima sul Forum c.d. Ufficiale. Speriamo che il Presidente Medri prenda presto una posizione definitiva sul punto e illumini tutto il mondo del vino che naviga su web - non solo i soci dacché la fruizione del forum è interessante ed utile anche per gli altri appassionati - sui concreti motivi che stanno alla base della permanente chiusura.


L'esclusione delle aziende da Duemilavini, una scelta obbligata ?

Il punto centrale dell'intervista, tuttavia, rimane quello in cui chiediamo a Ricci i motivi che hanno portato all'esclusione di numerose aziende vinicole dalla Guida Duemilavini, alcune delle quali precedentemente premiate dalla stessa guida con 4 o addirittura 5 grappoli, un riconoscimento che la guida attribuisce solo ai vini migliori. Ebbene, in questo caso la risposta di Ricci è stata davvero sconcertante almeno per chi, come noi, credeva di aver ricostruito tutta la vicenda e di aver capito perfettamente come fossero andate le cose.

Avevamo infatti ormai dato per assodato che Ais e Bibenda fossero due realtà distinte (un'Associazione senza scopo di lucro la prima, un'editore privato la seconda), che la lettera inviata alle aziende della Guida per "sconsigliarle" di fare pubblicità su non meglio precisate riviste - lettera della quale abbiamo verificato l'effettivo invio telefonando direttamente a numerose aziende italiane - fosse un'iniziativa di Ais Roma - Bibenda, che l'Ais Nazionale, in tutto questo caos, c'entrasse poco o nulla. Ebbene, anche qui ci sbagliavamo di grosso. In effetti, pareva strano immaginare che tutto questo putiferio potesse essere generato da una sola - sia pur influente - persona ma la firma in fondo alla lettera inviata alle aziende parlava chiaro (Ais Roma, Bibenda). Come poter equivocare ?

Fortunatamente Ricci chiarisce : "Non è stata una scelta editoriale nata da Bibenda. E' stata una posizione presa dall'Associazione Italiana Sommelier. Scelta che io appoggio in pieno e sposo. Questa scelta è puramente legata alla deontologia della comunicazione (intendiamo la parola a 360 gradi). Noi nasciamo come un gruppo che interagisce e comunica in un certo modo al suo interno e all'esterno. Ci sono molti produttori che decidono di investire risorse per fare parlare bene dei loro prodotti. Noi non c'entriamo in questa logica. Non solo per quanto riguarda la rivista, o la guida, ma per tutto ciò che ha a che fare con la comunicazione del prodotto".

Maurilli a questo punto ferma Ricci e chiede come sia possibile che ciò valga anche per aziende che fino alla precedente edizione erano state premiate addirittura con i 5 grappoli. Pronta la risposta di Ricci : "abbiamo ritenuto evidentemente che quelle determinate aziende non rientrassero in questa nostra ottica e quindi non avremmo potuto comunicarle in maniera naturale. Questo per una deontologia che abbiamo da sempre. Ognuno poi è libero di fare ciò che vuole, ci mancherebbe".

Quindi, il dato di rilievo e che maggiormente colpisce - almeno il sottoscritto - è che tutto quanto è successo non è o non è soltanto una scelta editoriale di Bibenda Editore ma una vera e propria logica dell'Associazione Italiana Sommelier. E' sempre Ricci a sostenerlo nel corso dell'intervista "...noi ci siamo adeguati, io in particolare ho sposato in pieno la proposta, alla scelta dell'Associazione Italiana Sommelier di non dare spazio a quelle aziende che sono "fuori legge". Fuori legge perché la legge non prevede di pagare giornalisti per scrivere. Così la nostra logica è quella di proseguire in questa strada, comunicando cioè aziende "pure" che non siano state trattate in riviste o in altri spazi pubblicitari. Questo perché vogliamo comunicare il prodotto in maniera lineare, reale".

Faccio fatica a seguire il ragionamento di Ricci. Forse fa riferimento alla tecnica dei publiredazionali non adeguatamente segnalati ? Davvero, non è chiaro. Fosse anche, da qui a confondere questa pratica come una pratica illegale ce ne passa. Forse, la verità, è che i motivi veri che stanno alla base di questa epurazione non li sapremo mai. Ma come dice giustamente Ricci, oguno è libero di fare ciò che vuole e qui, se l'affermazione ha valore di reciprocità, siamo davvero d'accordo.

Commenti

Mi fa davvero male leggere di questi squallidi avvenimenti, essendo io un sommelier dal 1985, ed a questa onorata associazione devo davvero molto, avendomi insegnato le basi per iniziare nel mondo del vino. Ma parliamoci chiaro : i motivi dell'esclusione sono ben noti a tutti : è sorta una " querelle " una polemica, come ormai sono pieni i siti internet dei vari winewriter e degustatori, anche dell'ultimo minuto, tra Ricci-Ais Bibenda e la rivista Il Mio Vino, e di qui ne è scaturito quello che, in parole molto semplici, si chiama ricatto.
Un ricatto che ora si tenta di camuffare con qualche operazione pubblicitaria ecc., che non ho ben capito. Mi sa che abbiamo tutti capito fin troppo bene : questa volta il Patron Ricci o l'Ais-Bibenda l'ha proprio " fatta fuori "
Si può sempre chiedere scusa agli interessati e rimediare, le persone intelligenti sanno sempre ammettere le loro colpe ed i loro errori, e qualche volta anche chiedere scusa.
Grazie dell'attenzione
Roberto Gatti

Prima ancora di leggere l'intervista a FMR e prima ancora di terminare di leggere il tuo commento (sì, mi interessa di più il commento) replico al tuo "peccato, poteva essere l'occasione per fare chiarezza" con : ma per favore !
Veramente si pensava che FMR si esprimesse in modo "di poter fare finalmente chiarezza sulle reali e concrete motivazioni che hanno portato (...)" ?
Che ingenuità! Veramente sorprendente. Notevole l'averci provato - in un epoca di domande preconfezionate - ma ritenere seriamente questa intervista l'occasione per arrivare anche solo al vero pensiero di FMR (già, perchè poi manca quello di T. Medri per arrivare alla "verità"?) ed esserne rammaricati ... non ci credo dai !

Mi ha colpito molto la definizione di "fuori legge" e mi tornano in mente i vecchi film western. Sono un fuorilegge. A sentire Franco Ricci SI. Almeno so che non sono uscito dalla guida perche' il mio vino non era all'altezza ma perche' "ho pagato un giornalista per parlare di noi".
A quando parleremo del sesso degli angeli ?
Un produttore molto inc.....

Ho letto tutto. Credo che quindi nessuno di TGV si aspettasse VERAMENTE di conoscere qualcosa rispetto alla famigerata questione. Bene, pensavo già ad un qualche effetto strano di polonio ...
Detto questo siamo a posto: affermazioni affatto contraddittorie come "... credo che nel tempo non temeremo più di tanto la concorrenza degli altri paesi del mondo quali Australia, Cile e gli altri. Lì si producono vini anche buoni, ma non c'è una grande esperienza di vino. Invece ho riscontrato nei nostri corsi tanti stranieri anche molti giapponesi, sudamericani. ..." come se non sia proprio il tempo a dare ai concorrenti l'esperienza, visto che siamo proprio noi - bene! - a dargliela coi nostri corsi; affermazioni come "Questo perché il nostro linguaggio, molto semplice e diretto, è gradito anche a quegli appassionati che magari non hanno mai frequentato neanche un corso" che trascurano una pletora di cabarettisti che ci piglia per il "mulo"; frasi incomprensibili come " Il nostro paese ha vietato l'uso delle pratiche nei vini di qualità", ma di quali pratiche parla? Tutta la risposta è da soppracciglio triplicemente alzato; accuse palesi come "Esatto, noi ci siamo adeguati, io in particolare ho sposato in pieno la proposta, alla scelta dell'Associazione Italiana Sommelier di non dare spazio a quelle aziende che sono "fuori legge". Fuori legge perché la legge non prevede di pagare giornalisti per scrivere" mi fanno dormire sonni tranquilli. Il futuro dell'AIS è certo, solido e brillante

@ Roberto Gatti
Caro Roberto, il grosso problema è che a quanto afferma Ricci - ma l'informazione è da prendere comunque con grande cautela - l'iniziativa sarebbe stata un'idea Ais. E' questo che mi sconcerta più di tutto. Significherebbe, se fosse vero, che l'Ais Nazionale è d'accordo con questo tipo di atteggiamento o strategia suicida e francamente non riesco a capirne il motivo. Sarebbe davvero opportuna a questo punto, una presa di posizione ufficiale da parte dell'Ais e non solo di Ricci.

@ Mc_taveck-dmt
Carissimo, una cosa sono i dati di fatto : si è / ha effettivamente perso un'occasione - una delle tante e non di certo la più importante, ci mancherebbe - per fare chiarezza. Altra cosa sono le nostre concrete aspettative. E' chiaro che non ci aspettassimo molto da questo confronto ma, perché negarlo, la speranza / intento di fare maggior chiarezza c'era eccome.

FMR il censore. Ci mancava solo il sommelier che si mette a fare la morale ai giornalisti (e alle aziende), a dire agli uni e agli altri quello che possono o non possono fare. Cavolo, con la nostra categoria nemmeno l'Ordine nazionale riesce a combinar qualcosa, tanto siamo refrattari a qualsiasi richiamo (presunto) deontologico! e vuol riuscirci Ricci?? ma chi si crede di essere??
Incredibile...!!

L.

Ho ricevuto lo sfogo di uno dei " 38 produttori epurati ", ma l'ho incoraggiato e sostenuto a guardare avanti, perchè il mondo del vino nessuno c'è l'ha in mano, cosi' come la verità assoluta. In Italia, per nostra fortuna, siamo in tanti ad occuparci di vino, ed alla fine sono sempre i lettori ed i consumatori a scegliere tra i produttori, le varie guide ed i vari giornalisti : ognuno di noi alla fine raccoglierà per quello che ha seminato. Vorrei che anche nel nostro mondo di winewriter ci fosse piu' amicizia e solidarietà, invece in questi anni ho riscontrato che, troppo spesso, c'è supponenza, altezzosità, invidia e competizione. Perchè invece non uniamo le forze creando una bella associazione dei giornalisti del vino, vi immaginate la forza dirompente a livello nazionale ? Allora si che certi personaggi li potremmo mettere nell'angolo.
Buon week-end a tutti voi
roberto gatti

Io non ho acquistato spazi pubblicitari, ne' credo di farlo. Siccome pero' la pubblicita' e' un'attivita' assolutamente legittima nel commercio, con buona pace del signor Franco Maria Ricci, mi pare appena il caso di far notare che nelle parole di detto signore "forse" si possono ravvisare gli estremi della diffamazione. Se ai produttori di vino che acquistano spazio pubblicitario (che immagino tanti), e in particolare a quelli epurati dall'ultima edizione della guida in questione (che immagino in numero sufficiente) piace essere chiamati coram (electronico) populo "fuorilegge" (che si guarda bene dal significare "non previsto dalla legge" come il suddetto signore erroneamente sostiene, significando invece "contro la legge", anche perche' per fortuna non siamo in una societa' dove tutto e' vietato salvo cio' che e' previsto dalla legge, bensi' dove tutto e' permesso tranne cio' che la legge vieta, ariseddiovole), e per giunta da persona che con il suo agire ha precedentemente messo in atto quello che moralmente e' sicuramente un ricatto, da vedere se legalmente ci sono gli estremi della violenza privata, se a costoro sta bene di subire tutto questo...beh, ma che devo dirvi, signori miei: ogni societa' si becca i comportamenti che si merita (e che si coltiva).

Come ho scritto anche altrove penso che, invece, l'intervista sia stata utilissima quantomeno a chiarire che quella che si pensava una posizione personale di Ricci (anche se sicuramente all'inizio lo è stata)è stata successivamente sposata ed appoggita dai vertici dell'Ais. Quindi piuttosto che parlare di un caso "Duemilavini-Ricci" si dovrà continuare a parlare di una caso "Duemilavini-Ais".

Urge a questo punto un'intervista a Terenzio Medri ?! ...

Verso Ricci e l'A.I.S. Roma sono in atto attacchi, per lo più basati sull'invidia ed il qualunquismo, tutti quelli che scrivono, commentano e la censurano dovrebbe toccare con mano cosè oggi A.I.S. Roma.

Francesco ( non sono romano, sono stato un aspramente critico nei confronti di Ricci, poi ho trascorso due giorni in full immersion a Roma, non lo sono più)

Non dimentichiamo che l'AIS è un'associazione con uno statuto dove dice all'art. 3 che non è ha scopo di lucro . Domando vogliamo che rimanga un'associazione guidata dollo statuto e come prevede il codice civile o diventi un'azienda dove i migliori clienti sono gli associati?

Divertentemente drammatico. Se veramente il problema sono i produttori che fanno pubblicità (cosa che mi sembra normalissima) allora che ne diciamo di un Sommelier Italiano pieno di pubblicità di note aziende vitivinivole...eppure loro sono in guida! ma forse ciò che vale per gli altri...

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