Polpett@
ti voglio bene..
di
Stefano Buso
Una
volta, mentre ero tra le braccia di Morfeo, sognai una succulenta polpetta
e la situazione era talmente reale e così piacevole, che quando mi svegliai
mi rimase un’incredibile voglia di degustarne almeno una: fritta, al sugo,
al forno, purché... vera e masticabile polpetta ! Era, purtroppo, solo
un sogno, ma la polpetta per quanto semplice, resta uno dei piatti più
amati e desiderati da parte di molte persone. In tutte le versioni in
cui è proposta è senz’altro sempre gradita, a pranzo, a cena e persino
negli sfarzosi buffet.
Erroneamente considerata desolante piatto di recupero, nel corso della
sua lunga carriera culinaria ci ha dimostrato di non temere confronti
con nessun pietanza. Ottima da sola ma anche in dolce compagnia di pasta,
sughi, verdure e formaggi, non disdegna d’esser divorata sia fredda che
tiepida. Molto buona anche come fuori pasto, tipo stuzzichino, specie
se accompagnata da un buon calice vino.
Di carne, di pesce o di verdura, ogni polpetta si merita un degno posto
d’onore nel nostro stomaco e volendo andare fino in fondo, difficilmente
ci accontentiamo di una sola, anzi. Di lei, molti hanno parlato, narrato
e scritto ma soprattutto ne hanno lodato il gusto e la bontà. Con un pizzico
d’aglio, un po’ di prezzemolo trito ed un soffio di noce moscata, diventa
certamente un piatto ambito e buonissimo.
Se molte persone invece di imparare a realizzare piatti cibernetici o
preparazioni ardite, prima imparassero anche a preparare delle buone polpette,
sarebbe una conquista molto importante anche dal punto di vista dell’economia
culinaria, poiché la polpetta merita un autorevole ruolo nella nostra
tradizione gastronomica ed è inoltre un piatto poco costoso. Mi capitasse,
un fatidico giorno, di scrivere un trattato culinario, sicuramente sarebbe
sulla nostra, dove ne traccerei le lodi, il sapore e la versatilità gastronomica,
in grado, infatti, di intrufolarsi in qualsiasi tipo di piatto di portata,
abbinamento e situazione.
L’uomo, per fortuna, ha sempre avuto una polpetta al suo fianco nel corso
della sua lunga e famelica esistenza e, grazie ad essa, non si è mai sentito
solo ed ha sempre potuto consumare pasti tranquilli e sereni. Se qualcuno
vi obietterà che la polpetta non è piatto “da lume candela”, raccontategli
questa semplice storiella, e ricordategli che non esistono piatti grandi,
blasonati ma altresì piatti buoni,fatti con amore e di buon gusto!
Ricetta del mese:
Polpettine al forno al vino bianco e salvia
Alcuni lettori di Tigulliovino,
mi hanno scritto chiedendomi una ricetta semplice con le polpettine,
eccola!
Per 4/5 persone: 700 gr. di carne macinata di taglio misto, ½ di
maiale e ½ di vitellone, due uova, 80 gr. di pane grattugiato, un
ciuffo di prezzemolo mondato e tritato, un bicchiere di vino bianco
secco, 5/6 foglie di salvia, uno spicchio di aglio intero, un pizzico
di noce moscata, poco sale, pepe bianco solo se piace, olio d’oliva,
50gr. di burro.
In una terrina unire la carne, le uova intere, il prezzemolo tritato,
il pane grattugiato, il sale, il pepe e la noce moscata. Lavorare
bene il composto con una spatola. Lasciarlo riposare per circa un’ora
quindi preparare le polpette, realizzando dei bocconcini a forma
di palla, né troppo grosse né troppo piccole. Prendere una teglia,
unire l’olio, un po’ di burro e introdurre ad una ad una le polpette.
Aggiungere le foglie di salvia e lo spicchio di aglio intero, quindi
mettere in forno a 180° per circa 30 minuti circa. Ogni tanto, scuotere
la placca in modo che, le polpette, non si attacchino al fondo della
teglia. A metà cottura, bagnare con vino bianco secco e far evaporare.
Servire le polpette bene calde con contorno di purea di patate.
Se alla fine il fondo di cottura vi sembra troppo liquido per nappare
le polpette, legatelo con della farina 00 e poi passate il sugo
ottenuto al colino. Vino bianco consigliato: decisamente un bianco
secco a vostro gusto.
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Terminologia di cucina
Mondare:
lavare di solito una verdura o altro alimento. E’ un termine un
po’ atavico ma suggestivo.
Nappare:
ricoprire con una salsa o sugo una pietanza a fine cottura.
Legare:
operazione che consiste di addensare un alimento o salsa con farina
00 o fecola di patate al fine di renderla più cremosa e presentabile.
Massima del mese
Gli
animali si nutrono, l'uomo mangia, solo l'uomo di spirito sa mangiare
Jean Anthelme Brillat-Savarin
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Le
ricette dell’Irpinia
di Maristella Di Martino
300 piatti della grande tradizione gastronomica Avellinese proposti
nei migliori ristoranti ed agriturismi
Autrice: Maristella Di Martino
Prefazione: Luciano Pignataro
Edizioni: Il Raggio di Luna (SA)
E-mail
: ilraggiodiluna@virgilio.it
Prezzo: € 9,90
Pag: 270
Desidero
segnalare agli amici di Tigulliovino, un libro molto interessante.
Si tratta di una completa raccolta di ricette irpine raccontate
dagli chef dei migliori ristoranti ed agriturismi del luogo. Un
lavoro importante, che ricostruisce l’identità a tavola di un comprensorio
attraverso la tradizione secolare e la ricerca degli ultimi anni.
Paste, zuppe, minestre, carni, ortaggi, verdure e dolci da assaporare
girando per la provincia o da cucinare comodamente a casa vostra.
Ben 37 antipasti, 74 primi, 69 tra verdure e zuppe, 80 secondi piatti,
40 dolci, 22 ristoranti e 10 agriturismi. Eccellente lavoro per
l’autrice, Maristella Di Martino e molto interessante l’introduzione
di Luciano Pignataro che conferma la bontà dell’opera. Un ottimo
libro, squisito lo stile e grande capacità per l’autrice. Un’opera
che riesce ad offrire e presentare una realtà peculiare e di sicuro
interesse per i lettori.
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Stefano Buso |