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Vocacibario

Re Sciacchetrà sul trono delle Cinque Terre

di Virgilio Pronzati

MappaArticolo georeferenziato

La Liguria con i suoi 331 chilometri di costa vanta uno scenario unico. Un caleidoscopio fatto di paesaggi montani con grappoli di case, antichi borghi marinari, porti industriali e turistici, lunghe spiagge dorate a ponente, e piccoli arenili incastonati tra suggestive scogliere a levante. Questo lembo orientale è ornato da vigne verticali poste tra cielo e mare.  Un terroir unico, dove i vini ne sono naturale sinonimo: ossia le Cinque Terre, che l’Unesco ha nominato Patrimonio dell’Umanità.  Una zona costiera-montana che è assurta ai vertici nei flussi turistici nazionali e stranieri.  All’estero, è l’area più visitata e conosciuta di tutta la Liguria, superando in classifica Portofino, Santa Margherita, Genova e Sanremo. Un exploit dove le vigne e il vino spiccano concretamente.  

Le Cinque Terre, già note nel passato, rappresentano la zona di produzione dei vini Doc Cinque Terre e Cinque Terre Sciacchetrà. Ne fanno parte quattro comuni: Riomaggiore con la frazione Manarola, Vernazza con la frazione Corniglia e Monterosso. A questi si aggiungono le località Tramonti di Biassa e Tramonti di Campiglia del comune di La Spezia.  

 

Entrambi i vini, ottenuti dai vitigni Bosco (minimo 40%), Vermentino e Albarola da soli o congiuntamente (non più del 40%) e massimo 20% di altri vitigni raccomandati-autorizzati per la provincia spezzina, sono unici nel suo genere: il primo, Cinque Terre è un vino bianco dal colore paglierino con riflessi verdolini, dal profumo delicatamente floreale- vegetale e fruttato (vi si colgono sentori di fiori di d’acacia leggermente essiccati, erbe montane e aromatiche, agrumi verdi come limone e cedro, e netta e inconfondibile nota iodata.  In bocca è secco, molto sapido e iodato, caldo, di buon corpo, persistenza e carattere. 

Il secondo, il Cinque Terre Sciacchetrà e un passito di buona longevità, che si esprime al meglio, evolvendosi nel tempo.  Di colore paglierino carico a giallo dorato da giovane (2-3 anni), si fa dorato carico con riflessi ambrati se mediamente affinato (5-6 anni), assume un colore ambrato con nuances rossicce se molto affinato (10-15 anni).  Dopo un lunghissimo affinamento in bottiglia (dai 20 ai 30 anni) si presenta ambrato molto carico con netti riflessi rossicci tendenti al marroncino. Da giovane, al naso si presenta intenso, persistente ed ampio con sentori d’albicocca e pesca e mature, e lieve di semi d’anice.  Se mediamente affinato, si fa più composito e ampio, dove spicca la confettura d’albicocca e pesca, erbe secche aromatiche e lieve di vaniglia.   Se lungamente affinato in bottiglia, si presenta con netti sentori di pesca gialla e albicocca mature e un po’ essiccate, fico secco, prugna secca cotta, miele di castagno, e sempre di molta finezza e personalità. Dal sapore dolce ma non stucchevole, molto sapido, caldo, pieno, vellutato e suadente, di buona persistenza aromatica se mediamente affinato.   Se molto affinato, diventa delicatamente dolce, sapido, caldo, vellutato ma nervoso per la piacevolissima vena tannica, di gran corpo e continuità, di estrema persistenza aromatica. 

Dopo questo prologo, entriamo nel reale contesto del Cinque Terre Sciacchetrà. Un vino mitico e d’indubbia qualità che, come per tutto, presenta luci e ombre.   A favore: un ricco bagaglio storico, una buona qualità globale, una discreta notorietà in Italia.  A sfavore: l’esigua superficie vitata di soli 100 ettari, la limitata produzione, la poca notorietà all’estero e l’alto costo.  In sintesi, benché sia considerato uno dei più famosi vini passiti italiani, in realtà è conosciuto solo da una limitata parte d’intenditori o del settore. I più ne hanno solo sentito parlare, poiché il vino è omonimo della celebrata zona turistica.  Per risolvere questo non facile quesito, l’Associazione Culturale “Amici delle Cinque Terre” presieduta dal senatore Luigi Grillo, il Parco Nazionale delle Cinque Terre e i Comuni di Monterosso al mare, Riomaggiore e Vernazza, hanno promosso il primo Festival del passito delle Cinque Terre, dedicato appunto allo Sciacchetrà, coincidente ai 40 anni dell’omonima Doc.  A sostenerne i costi, un pool d’importanti enti come la Cassa di Risparmio e la Fondazione della Cassa di Risparmio di La Spezia, la Camera di Commercio di La Spezia e la Società Aeroporti di Roma.

A presentare l’iniziativa, Luigi Grillo, produttore e presidente dell'Associazione "Amici delle Cinque Terre".  "A quarant'anni dall'istituzione della DOC Cinque Terre era tempo di progettare con più forza il futuro, dapprima costruendo un appuntamento annuale dedicato alla nostra produzione simbolo che è lo Sciacchetrà, poi tentando di unire tutti i produttori in un Consorzio che ci dia più forza nei confronti del mercato.  I tempi sono maturi per ricordare, sia ai consumatori che alle istituzioni, quanto prezioso sia il lavoro dei piccoli produttori nella tutela e nella valorizzazione di un territorio tanto bello quanto delicato".

Il riuscito evento, coordinato dalla giornalista Antonella Petitti direttrice del sito web rosmarinonews.it, si articolava in tre giorni (dal 30 agosto all’1 settembre), presentando molteplici motivi d’interesse, con il clou sabato 31 agosto.  Ospiti, una ventina di noti e professionali giornalisti, autorità civili e operatori del settore. 

Il primo giorno, arrivo dei partecipanti nella solare Monterosso al Mare e le rispettive sistemazioni alberghiere. Nel pomeriggio, appuntamento nel salone consigliare del Comune di Monterosso al Mare, dove il senatore e presidente dell’Associazione Amici delle Cinque Terre Luigi Grillo accoglie e saluta la stampa, illustrandogli dettagliatamente il programma della manifestazione.  Subito dopo, si entra già nel clima dell’evento, con la visita a due cantine di Monterosso e breve ma emozionante viaggio in monorotaia.  La serata non poteva finire meglio.  Tutti gli ospiti sono stati deliziati dalle golosità ittiche e di terra del ristorante Belvedere di Monterosso, sposate ai Cinque Terre e Sciacchetrà delle aziende aderenti all’evento.  Il tutto a due metri dal mare. 

Sabato 31, giornata piena.  Al mattino  imbarco sul vaporetto a Monterosso, e rotta per Riomaggiore, ammirando via via, lo spettacolo mozzafiato di Monterosso, Vernazza e Riomaggiore.  Approdo a Vernazza, l’antica Vulnetia che percorsa verticalmente in irte e piccole strade, conducono al pulmino che ha portato gli ospiti nelle zone più panoramiche, dove i vigneti intercalati da boschetti di macchia mediterranea, sono a strapiombo sul mare.  Una gradita sosta all’Hotel I Gemelli di Riomaggiore per assaporare focaccia all’olio, frittatine, polpettoni e formaggi abbinati al Cinque Terre e ad altri vini della Cooperativa Agricoltura 5 Terre, serviti  dal suo presidente Matteo Bonanini. Subito dopo, tutti a vedere un trenino monorotaia, dove i più coraggiosi hanno fatto un breve ma elettrizzante viaggio.  Per le 13,30 ritorno in vaporetto e pranzo al ristorante Vulnetia di Vernazza, situato nella frequentatissima piazza.  Per il piacere del gruppo ospite, ben sette piatti a base di freschissime acciughe locali da leccarsi le dita.  Il tutto accompagnato dai Cinque Terre e Sciacchetrà dei produttori aderenti alla manifestazione.   

Alle 17,30 nella pittoresca Piazzetta Belvedere sul molo del porticciolo, dopo i saluti istituzionali del presidente dell’Associazione Amici delle Cinque Terre sen. Luigi Grillo, del sindaco di Monterosso Angelo Betta,  del presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre Vittorio Alessandro, dell’Assessore alle Attività Produttive Regione Liguria Renzo Guccinelli, del presidente Consiglio regionale della Liguria Rosario Monteleone e dello specialista agricoltura Carispezia Andrea Bonati, è seguita l’interessante tavola rotonda condotta dalla giornalista Antonella Petitti:  “Il futuro di un antico re: lo Sciacchetrà. Un grande testimone del patrimonio enologico italiano”.  A parlarne il noto produttore Walter De Battè, l’enologo Sergio Pappalardo, Antonello Maietta presidente nazionale dell’AIS e Marzio Berrugi docente del CTN della FISAR.

De Battè nel suo articolato e dotto intervento ha tracciato un percorso storico della vite e del vino nel nostro Paese, approfondendolo sia sui vitigni che i vini delle Cinque Terre, in particolare sullo Sciacchetrà.   Il viti-enologo Pappalardo è partito dalle caratteristiche chimico-fisiche del territorio di produzione, per arrivare a quelle delle uve e dei vini, in particolare quest’ultimi, per le note iodate e sapide che caratterizzano anche lo Sciacchetrà. Maietta dopo avere puntualizzato alcune inesattezze nel disciplinare di produzione dei vini Cinque Terre e Cinque Terre Sciacchetrà, ha “fotografato” l’ambiente, i vitigni ed i vini delle Cinque Terre.   Infine Berrugi ha illustrato compiutamente tutti i possibili abbinamenti del Sciacchetrà con non solo dolci, ma con formaggi e, il suo l’impiego, in vari e raffinati piatti di foie gras.     

Di seguito, non meno importante, il convegno Le vigne nelle Cinque Terre: non solo vini, ma anche tutela ambientale e difesa del Suolo.  Argomenti quanto mai attuali che lanciano inquietanti interrogativi sulle precarie condizioni orografiche delle Cinque Terre: nubifragi, frane, erosione del mare. Tutti effetti negativi sull’attività produttiva vitivinicola e turistica.   A rispondere sui non facili quesiti: l’Onorevole Andrea Orlando Ministro dell’Ambiente, l’ex Ministro Infrastrutture Pietro Lunardi, il Senatore Luigi Grillo responsabile nazionale del PDL per Infrastrutture e Lavori Pubblici e il geologo Michele Presbitero.  Le conclusioni sono state dell’Onorevole Giuseppe Castiglione, sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura.   

Terminato il convegno, a questo punto il Cinque Terre Sciacchetrà è l’assoluto protagonista.   Franco Rezzano vice presidente AIS Liguria, coinvolge tutti i presenti compiendo una magistrale degustazione guidata dei Cinque Terre Sciacchetrà presenti.  Non solo.  Per il piacere di tecnici, operatori del settore e  enoappassionati, nelle vicine tensostrutture professionali sommelier, servono per 5 euro calici di Sciacchetrà di varie annate abbinati a tre dolci golosità liguri.   Gran finale di serata, con cena al ristorante Hotel Porto Roca di Monterosso.   Un 4 stelle di stile moderno ma di raffinata eleganza.

Domenica 1 settembre alle ore 11, nella Società Agraria Buranco, ultima parte della riuscita manifestazione, con l’incontro tra le istituzioni e i produttori di Cinque Terre Sciacchetrà.  Un tavolo di lavoro per avviare un progetto che porti alla nascita di un consorzio territoriale.  “Insieme - afferma Luigi Grillo, presidente Associazione “Amici delle Cinque Terre”  -  si riuscirà a superare i limiti delle piccole produzioni e delle piccole dimensioni aziendali, caratteristiche intrinseche del nostro territorio”.

In questo primo incontro per il progetto del Consorzio, erano presenti i titolari delle seguenti aziende: Buranco, Cheo, Forlini Capellini, Begasti, Sassarini, Bonanini, Cantine Litan, Currarino e Burasca.  

Siglato dall’ospitalità di Luigi Grillo la fine dell’incontro.  Produttori, tecnici, autorità e giornalisti sono stati deliziati da raffinate ghiottonerie dolci e salate realizzate gran parte al momento, dalla storica Pasticceria Svizzera di Genova, abbinati ai vini aziendali. Il tutto servito al fresco sotto gli ulivi.   

____________________________________

 

DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DEL VINO "CINQUE TERRE" E"CINQUE TERRE SCIACCHETRÀ"
(Riconosciuto con D.P.R. del 29/05/1973 - Modificato con Decreti del 06/09/1999 e del 07/03/2000)

Art. 1 Denominazioni e vini

Le denominazioni di origine controllata "Cinque Terre" anche con l'eventuale specificazione delle seguenti sottozone: "Costa de Sera", "Costa de Campu", "Costa da Posa" e "Cinque Terre Sciacchetrà" anche nelle tipologie "Passito" e "Riserva" è riservata ai vini bianchi ed ai vini bianchi passiti, che rispondono alle condizioni e ai requisiti prescritti dal presente disciplinare di produzione.

Art. 2 Base Ampelografica

I vini di cui all'art. 1 devono essere ottenuti dalle uve prodotte dai vigneti aventi nell'ambito aziendale, la seguente composizione ampelografica: Vitigni principali: Bosco per almeno il 40%. Possono concorrere alla produzione di detti vini anche le uve provenienti dai vitigni Albarola e Vermentino presenti nei vigneti, da soli o congiuntamente, fino ad un massimo del 40%.

Vitigni complementari: quelli autorizzati e/o raccomandati per la provincia della Spezia fino ad un massimo del 20%. Il vino a denominazione di origine controllata "Cinque Terre" può essere designato con una delle seguenti sottozone: "Costa de Sera", "Costa da Posa", "Costa de Campu", se esclusivamente ottenuti da uve prodotte da vigneti situati nelle rispettive zone delimitate nel successivo art. 3.

Art. 3 Zona di Produzione delle uve

La zona di produzione delle uve destinate alla produzione dei vini a denominazione d'origine controllata "Cinque Terre" e "Cinque Terre Sciacchetrà" ricade nella provincia della Spezia e comprende i terreni vocati alla qualità degli interi comuni di Riomaggiore, Vernazza e Monterosso nonché parte del territorio del comune di La Spezia, denominato "Tramonti di Biassa" e "Tramonti di Campiglia", confinante a nord-ovest col territorio del comune di Riomaggiore, a nord-est con la mulattiera che dal Monte della Madonna (quota 527) va verso sud-est, passa per la chiesa di S.Antonio (quota 510), tocca le quote 567, 588, 562, l'abitato di Campiglia e S.Caterina (quota 398) da dove segue la rotabile a fondo naturale fino alla quota 351. Da tale punto la linea di delimitazione di tale territorio, segue il sentiero che passa per la quota 368 fino ad incontrare la linea di confine del comune di Portovenere, che segue fino al mare.

La sottozona "Costa de Sera" è così delimitata: dalla strada litoranea La Spezia - Manarola in corrispondenza dell'ingresso della galleria di Lemmen si scende seguendo la linea di delimitazione del Foglio di mappa n. 30 con i Fogli n. 31 e 32 fino al mare, costeggiando il quale, in direzione ovest, si raggiunge la foce del Fosso di Val di Serra che si segue risalendo fino a ritornare alla quota della strada litoranea. Da qui in direzione est ci si ricongiunge con il punto di origine. La predetta sottozona risulta compresa nel foglio di mappa n. 30 del Comune di Riomaggiore. La sottozona "Costa de Campu" è così delimitata: scendendo lungo la strada provinciale La Spezia - Manarola nel punto in cui si supera il Canale del Groppo si sale lungo la linea di separazione del Foglio di mappa n. 16 con il Foglio n. 11 fino ad incontrare la strada comunale di Fiesse che si segue fino ad incontrare la strada comunale di Campo. Da qui si segue, in direzione ovest, la linea di separazione del Foglio di mappa n. 15 con il Foglio n. 8 fino ad incontrare la strada comunale della Callora - Donega che si segue, scendendo, fino ad incrociare la strada comunale del Luogo seguendo la quale, in direzione est, si raggiunge, in prossimità della Chiesa, il Canale di Groppo e da qui, risalendo, fino al punto di origine. La predetta sottozona risulta compresa nei Fogli di mappa n. 16 e 15 del comune di Riomaggiore. La sottozona di produzione "Costa da Posa" è così delimitata: dalla strada provinciale Groppo - Volastra - Corniglia in corrispondenza del Rio della Valle Asciutta si scende, seguendo questo, fino al mare costeggiando il quale, in direzione ovest, si raggiunge la foce del Rio Molinello. Si risale il Rio fino ad incrociare la strada comunale Vecchia Corniglia - Volastra che si segue, salendo, fino all'intersezione della linea di separazione del Foglio di Mappa n. 4 con il Foglio n. 1 del Comune di Riomaggiore. Da qui si segue la linea di delimitazione del Foglio n. 4 con il Foglio 1 fino a ritornare sulla strada provinciale Groppo - Volastra - Corniglia e da qui, verso est, si ritorna al punto di origine. La predetta sottozona risulta compresa nel Foglio di mappa n. 4 del comune di Riomaggiore.

Art. 4 Norme per la viticoltura

Le condizioni ambientali e di coltura dei vigneti destinati alla produzione dei vini "Cinque Terre" e "Cinque Terre Sciacchetrà" e delle relative sottozone devono essere quelle normali della zona e, atte a conferire alle uve ed ai vini derivati le specifiche caratteristiche di qualità. I vigneti devono trovarsi unicamente su terreni collinari ritenuti idonei per la produzione della denominazione di origine di cui si tratta.

Sono da escludersi i terreni eccessivamente umidi o insufficientemente soleggiati. Per i nuovi impianti e i reimpianti la densità dei ceppi per ettaro non può essere inferiore a 6250. I sesti di impianto e le forme di allevamento consentiti sono quelli già usati nella zona o comunque atti a non modificare le caratteristiche delle uve e dei vini. E' vietata ogni pratica di forzatura. E' consentita l'irrigazione di soccorso. Nelle annate favorevole i quantitativi di uve ottenute e da destinare alla produzione dei vini a DOC "Cinque Terre" e "Cinque Terre Sciacchetrà" devono essere riportati nei limiti di cui sopra purché la produzione globale non superi del 20% i limiti medesimi, fermi restando i limiti resa uva-vino per i quantitativi di cui trattasi. La produzione massima di uva a ettaro ed il titolo alcolometrico volumico naturale minimo sono le seguenti:

Tipologia e sottozona

"Cinque Terre

"Cinque Terre Sciacchetrà"

"Cinque Terre Costa de Sera"

"Cinque Terre Costa de Campu"

"Cinque Terre Costa da Posa"

Produzione di Uva Tonnellate/ HA

Non sup. a 9 Tonn./ha.

Titolo. alcol. Vol. Nat. Min. % Vol.

10,5%

Non sup. a 8,5 Tonn./ha. 11%

Non sup. a 8;5 Tonn./ha. 11%

Non sup. a 8,5 Tonn./ha. 11%

La regione Liguria, con proprio decreto, sentite le organizzazioni du categoria interessate e la Camera di Commercio della Spezia, ogni anno prima della vendemmia può, in relazione all'andamento climatico ed alle altre condizioni di coltivazione, stabilire un limite massimo di produzione inferiore a quello fissato, dandone immediata comunicazione al Ministero delle politiche agricole - Comitato Nazionale per la tutela e la valorizzazione delle denominazione di origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini.

Art. 5 Norme per la vinificazione

Le operazioni di vinificazione per i vini di cui all'art. 1 devono essere effettuate nell'interno della zona di produzione delimitata nel precedente articolo 3, comma 1. All'interno della predetta zona devono anche essere effettuate l'appassimento e l'invecchiamento obbligatorio per il vino a DOC "Cinque Terre Sciacchetrà". Il vino a DOC "Cinque Terre Sciacchetrà" deve essere ottenuto da parziale appassimento delle uve dopo la raccolta, in luoghi idonei, ventilati, fino a raggiungere un tenore zuccherino di almeno 17° alcol potenziali.

La vinificazione delle uve, destinate alla produzione del vino "Cinque Terre Sciacchetrà" non può avvenire prima del 1° novembre dell'anno della vendemmia. Le rese massime dell'uva in vino, comprese l'eventuale aggiunta correttiva e la produzione massima di vino per ettaro sono le seguenti:

Tipologia o sottozone Resa uva/vino - Prod. Massima vino/ha.

"Cinque Terre"

"Cinque Terre Costa de Sera

"Cinque Terre Costa de Campu

"Cinque Terre Costa da Posa"

"Cinque Terre Sciacchetrà"

Max. 70%

Max. 70%

Max. 70%

Max. 70%

Max. 35%

63 hl.

59,5 hl.

59,5 hl.

59,5 hl.

31,5 hl.

Qualora la resa uva/vino superi i limiti di cui sopra, ma non il 75% per i vini "Cinque Terre" con le sottozone "Costa de Campu", "Costa de Sera", "Costa da Posa" o il 40% per il vino "Cinque Terre Sciacchetrà", anche se la produzione ad ettaro resta al di sotto del massimo consentito, l'eccedenza non ha diritto alla denominazione d'origine. Oltre detto limite decade il diritto alla denominazione d'origine controllata per tutta la partita.

Il vino a denominazione di origine controllata "Cinque Terre Sciacchetrà" non può essere immesso al consumo se non dopo il 1° novembre dell'anno successivo alla vendemmia. Il vino "Cinque Terre Sciacchetrà" riserva non può essere immesso al consumo prima del 1° novembre del 3° anno successivo alla vendemmia.

Art. 6 Caratteristiche al consumo

I vini di cui all'art. 1 devono rispondere, all'atto dell'immissione al consumo, alle seguenti caratteristiche:

"CINQUE TERRE" colore: giallo paglierino più o meno intenso, vivo; profumo: intenso, netto, fine, persistente; sapore: secco, gradevole, sapido, caratteristico; gradazione alcoolica minima complessiva: 11,0% vol.; acidità totale minima: 5,0 g/l.; estratto secco netto minimo: 15,0 g./l..

"CINQUE TERRE COSTA DE SERA" colore: giallo paglierino più o meno intenso, vivo; profumo: intenso, netto, fine e persistente, composito; sapore: secco, sapido, intenso, gradevole gradazione alcoolica minima complessiva: 11,5% vol.; acidità totale minima: 5,0 g/l.; estratto secco netto minimo: 15,0 g./l..

"CINQUE TERRE COSTA DE CAMPU" colore: giallo paglierino più o meno intenso, vivo; profumo: intenso, netto, fine e persistente, composito; sapore: secco, sapido, intenso, gradevole gradazione alcoolica minima complessiva: 11,5% vol.; acidità totale minima: 5,0 g/l.; estratto secco netto minimo: 15,0 g./l..

"CINQUE TERRE COSTA DA POSA" colore: giallo paglierino più o meno intenso, vivo; profumo: intenso, netto, fine e persistente, composito; sapore: secco, sapido, intenso, gradevole gradazione alcoolica minima complessiva: 11,5% vol.; acidità totale minima: 5,0 g/l.; estratto secco netto minimo: 15,0 g./l..

"CINQUE TERRE SCIACCHETRÀ colore: giallo dorato con riflessi ambrati, di bella vivacità; profumo: intenso di vino passito, caratteristico profumo di miele, piacevole; sapore: da dolce ad abboccato, armonico, di buona struttura e di buon corpo, piacevole e lungo in bocca con retrogusto mandorlato; gradazione alcoolica minima complessiva: 17 % vol. di cui almeno 13,5 svolti acidità totale minima: 5,0 g/l.; acidità volatile massima: 1,6 g/l; estratto secco netto minimo: 23,0 g/l..

"CINQUE TERRE SCIACCHETRÀ" - RISERVA colore: da dorato fino ad ambrato; profumo: intenso di vino passito, piacevole, caratteristico; sapore: da dolce ad abboccato, armonico, di buona struttura e di buon corpo, piacevole e lungo in bocca con retrogusto mandorlato, gradevole; gradazione alcoolica minima complessiva: 17 % vol. di cui almeno 13,5 svolti acidità totale minima: 5,0 g/l.; acidità volatile massima: 1,6 g/l.; estratto secco netto minimo: 23,0 g/l..

E' in facolta del Ministero per le politiche agricole - Comitato nazionale per la tutela e la valorizzazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini, modificare i limiti dell'acidità totale e dell'estratto secco netto con proprio decreto. In relazione all'eventuale conservazione in recipienti di legno, ove consentita, il sapore dei vini può rivelare percezione di legno.

Art. 7 Etichettatura designazione e presentazione

Nella etichettatura, designazione e presentazione dei vini di cui all'art. 1 è vietata l'aggiunta di qualsiasi qualificazione diversa da quelle previste dal presente disciplinare, ivi compresi gli aggettivi, "fine", "scelto", "selezionato" e similari. E' tuttavia consentito l'uso di indicazioni che facciano riferimento a nomi, ragioni sociali e marchi privati non aventi significato laudativo e non idonei a trarre in inganno il consumatore.

Per i vini a denominazione di origine controllata di cui al precedente art. 1 è consentito altresì l'uso di indicazioni che facciano riferimento a comuni e frazioni comprese nella zona delimitata dal precedente art. 3, dalle quali effettivamente provengono le uve da cui il vino così qualificato è stato ottenuto. Le menzioni facoltative esclusi i marchi ed i nomi aziendali possono essere riportate nell'etichettatura soltanto in caratteri tipografici non più grandi o evidenti di quelli utilizzati per la denominazione d'origine del vino, salve le norme generali più restrittive.

Sulle bottiglie o altri recipienti contenente i vini a denominazione di origine controllata "Cinque Terre" e "Cinque Terre Sciacchetrà" è consentito riportare in etichetta l'indicazione dell'annata di produzione delle uve, tale indicazione è obbligatoria per i vini a denominazione di origine controllata "Cinque Terre" riserva e "Cinque Terre" con la specificazione delle sottozone.

E' consentito altresì l'uso di indicazione geografiche e toponomastiche aggiuntive che facciano riferimento a unità amministrative, frazioni, aree, zone, località, fattorie, dalle quali effettivamente provengono le uva da cui il vino così qualificato è stato ottenuto, purché comprese nella zona delimitata nel precedente art. 3, nel rispetto della normativa vigente.

Art. 8 Confezionamento

I vini di cui al presente disciplinare devono essere immessi al consumo confezionati in bottiglie di vetro di forma renana, borgognotta e bordolese con capacità da l. 0,250 a l. 0,750. Non sono ammesse le chiusure con tappi a corona, capsule a strappo od altre chiusure analoghe. E' ammessa la chiusura a vite per le bottiglie di capacità fino a l. 0,375 


Nella foto di Antonella Petitti: Otto dei nove produttori aderenti al progetto del Consorzio

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Virgilio Pronzati, giornalista specializzato in enogastronomia e già docente della stessa materia in diversi Istituti Professionali di Stato...

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