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Ritorno all'Argilla. Il Vino dall'Anfora al Barricoccio

di Redazione di TigullioVino.it

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Le conclusioni del primo incontro sul tema della terracotta nel mondo del vino
“Per combattere la banalizzazione del vino, come bevanda con un gusto standardizzato e stereotipato, occorre forse tornare a sentori più antichi. Contro le multinazionali del vino occorre fare un ritorno anche a vecchi messaggi” sono le parole di Attilio Scienza, Professore Ordinario presso l'Università di Milano, all’indomani dell’incontro RITORNO ALL’ARGILLA del 15 ottobre scorso, tenutosi presso la Tenuta Rubbia al Colle a Suvereto (LI). Francesco Iacono, viti-enologo delle Tenute dell’Arcipelago Muratori, insieme alla famiglia Muratori ha fortemente voluto questo momento. Si è trattato del primo incontro/degustazione che affrontasse il tema dell’argilla nel mondo del vino.

L’obiettivo di RITORNO ALL’ARGILLA era quello di mettere a confronto i diversi modi di concepire l'uso della terracotta in cantina senza dimenticare il ruolo storico, la conoscenza di cosa sia stato e sia il mito dell'argilla. Così per il Prof. Scienza l'argilla è madre (terra madre), così come l'anfora nella protoenologia è stata fertilità e vita. Un approccio come al solito disincantato quello del Prof. Scienza. Ci si attendeva che parlasse da scienziato e che lanciasse un messaggio di necessità di ricerca enologica e tecnologica, invece ha espresso la sua visione sociologica dell'uso dell'argilla. L'anfora, ha detto, rappresenta il rapporto sinestetico fra percezione e qualità organolettica nella mitologia enoica del mediterraneo. C'è necessità di parlare del valore dell'emozione, il suo numen, che la terracotta evoca innegabilmente.

Pier Bergonzi (Direttore Capo della Gazzetta dello Sport/Gazzagolosa) ha raccontato la sua percezione, da giornalista attento al mondo dei giovani, di come la terracotta possa parlare un linguaggio franco, schietto, né vecchio, né antico. Terracotta quindi ancora materia di contenuti che avvicinano i giovani e che fanno dialogare anche il mondo, a volte un po' fondamentalista, del bio. Luciano Ferraro (Direttore Capo del Corriere della Sera) ha snocciolato numeri e statistiche a dimostrazione della sua tesi: l'argilla in cantina può unire, così come la storia insegna. E secondo Alessandro Torcoli (Civiltà del bere) la terracotta unisce anche il vecchio mondo vitivinicolo con il desiderio di conoscenza e di tradizione del mondo dei nuovi consumatori, italiani ed internazionali. La terracotta può farci capire che la nostra storia può fare la differenza verso il rischio della competizione globalizzata.

I quattro interventi sono stati intervallati e moderati da Luca Gardini (Migliore Sommelier al Mondo 2010) che ha dialogato anche con i quattro produttori invitati a presentare i loro vini prodotti nella e con la terracotta. Tutti e quattro i vini coerenti con una filosofia della terracotta, del suo significato storico, quello del Capasonato della Vinicola Savese, di rottura di dogmi presunti, quello del Pythos di COS, di amore per la terra, quello del Morei di Elisabetta Foradori, di connubio fra tradizione e innovazione, quello del Barricoccio® di Rubbia al Colle. Quello di Rubbia al Colle è stato il primo momento di discussione pubblica sul tema della terracotta: la strada adesso è aperta per il confronto.

Se si può riassumere quanto emerge da questo incontro va senz’altro detto che l’uso dell’argilla nel mondo del vino non si limita ad essere una mera tendenza, ad esempio che vuole contrapporsi alla moda di qualche anno fa dei “vini barricati”, ma è molto di più. L’uso dell’argilla esprime la necessità dei nostri giorni di tornare alla semplicità, al rispetto dell’uva, del territorio, della passione e della tradizione, quindi tornare alle origini per riscoprire l’autenticità di un territorio e del frutto che ne nasce.

L’idea di Francesco Iacono e di Rubbia al Colle è quella di “continuare a crescere nella sensibilità al rispetto della naturalità dei vini, intesa NON come rifiuto della tecnica e dell’innovazione, ma come attenzione all’ecosistema. Tutto quanto contribuisce ad aumentare questa sensibilità non solo nei produttori, ma soprattutto nei consumatori che sempre più scelgono tenendo conto anche di questa variabile, mi sembra auspicabile e condivisibile.”


Per informazioni:
Michela Muratori
Tel: +39 030 7451051
Fax: +39 030 7451035
Web: www.arcipelagomuratori.it


Fonte news: Arcipelago Muratori

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