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Vocacibario

Tour enogastronomico tra Langhe & Roero

di Virgilio Pronzati

MappaArticolo georeferenziato

Vado spesso e volentieri nelle Langhe.  Da più di quarant’anni ne assaggio i vini. Un vero e proprio eden per enoturisti e gourmet.  L’ultimo e recente viaggio che ho fatto con altri cinque colleghi, in queste terre caratterizzate da infiniti vigneti e golosità salate e dolci, risale ai primi giorni di dicembre 2015. Una tre giorni (dall’1 al 3) nel cuore del Moscato d’Asti e nel Roero, sconfinando nella media e alta Langa, organizzata dal collega Luciano Scarzello.  Un itinerario alternante tra varie località, che ho preferito recensire non per il giorno ma per il comune visitato.

Castiglione Tinella: Saracco, l’Osteria Verderame, l’Albergo Castiglione e la Contessa

Castiglione Tinella è un vero e proprio Grand Cru della zona di produzione del Moscato d’Asti. Un vino dolce e aromatico che tutto il mondo ci invidia. Non solo.  E’ anche il vino che sigla tutte le festività, sposandosi al meglio con panettoni, colombe, veneziane, pandoro, canestrelli e torte e crostate di mele. Se parliamo di Moscato d’Asti, uno dei suoi migliori interpreti è Paolo Saracco.  Un vitivinicoltore dalla grande passione e professionalità che firma pregiati vini.  Proprietario di circa 50 ettari situati nelle migliori zone, vanta una storia aziendale che risale all’Ottocento. Quest’anno il suo Moscato d’Asti è semplicemente eccellente. Molto buono anche il Piemonte Doc Pinot Nero. Una qualità globale elevata, evidenziata anche dalle esportazioni nei Paesi europei e d’oltreoceano.  (Tel. 0141/855806)

Per la cena, l’ottima trattoria Verderame situata nel centro storico del paese.   Accogliente, raccolta, con validi menu e carta dei vini.  Dalla cucina golose proposte: classico vitello tonnato, carne cruda, agnolotti del plin, gnocchi con taleggio e nocciole, stinco di maiale al forno, guanciale di vitello stracotto al nebbiolo e, dulcis in fundo, semifreddo alle nocciole, bunet e le contessine, delizioso biscotto con nocciole. Non da meno la cantina. Nella lista dei vini e sugli scaffali, un buon numero di etichette dei migliori produttori di Barolo, Barbaresco, Roero e Roero Arneis, Barbera e Dolcetto d’Alba e, non poteva certo mancare, di Moscato d’Asti. Buon rapporto prezzo-qualità.  Il locale funge anche da Bottega del Vino.  (Tel. 0141/855806)

Ottima anche l’ospitalità: l’Albergo Castiglione possiede tutti requisiti per passarvi week end e tempi più lunghi. Ristrutturato molto bene circa dieci anni fa, spicca per comodità (a due passi dal centro del paese) e tranquillità, con ampie camere dall’arredamento curato e con tutti i confort. Lo stesso per le sale d’accoglienza. Buona e varia la colazione.  Per l’estate, un prato e una piscina con servizio di light lunch, sita a cinquecento metri d’albergo. Spettacolare la storica cantina sotterranea scavata nel tufo.  Posteggio nell’annesso cortile. (Tel. 0141/855410)

La permanenza a Castiglione Tinella si è conclusa con un interessante evento culturale promosso dal comune guidato dal sindaco Bruno Penna e curato dalla pittrice Lorella Morando, dedicato alla Contessa di Castiglione. Donna dal grande fascino e intelligenza, che cambiò in modo indicativo una parte della nostra storia. Dal carattere irrequieto e molto ambiziosa, usò la sua straordinaria bellezza per conoscere e sedurre grandi personaggi del Risorgimento, in particolare Napoleone III.  Dalla sua relazione con l’imperatore, la Contessa di Castiglione ottenne l’appoggio dell’esercito francese, determinante al Piemonte Sabaudo per sconfiggere gli austriaci nella Seconda Guerra d’Indipendenza nel 1859.  Discussa, amata e odiata, la Contessa di Castiglione fu per anni personaggio di spicco della mondanità parigina, siglando la moda del tempo.  (Tel. Comune: 0141/855102 - Tel. Morando: 328/9147446).


Canale: La storica azienda Malabaila e L’Enoteca del Roero

Sono anni che assaggio i vini di Malabaila. Sia a Nebbiolo 1° che in molte altre occasioni.  Vini validi e varietali, e oggi reale espressione del terroir, vantano antiche origini.  Sin dal 1598 i vini del Conte Malabaila erano richiesti e apprezzati dai Duchi di Savoia. Nel 1733 Luigi Girolamo Malabaila ambasciatore del Regno Sabaudo all’Aja e poi ministro di Carlo Emanuele III presso la corte dell’Imperatrice d’Austria Maria Teresa, fece apprezzare i suoi vini nelle maggiori capitali europee.  Oggi con la valida guida dell’enologo e socio Valerio Alfredo Falletti, ben 40 mila delle 200 mila bottiglie prodotte, sono esportate in vari Paesi d’Europa e d’oltreoceano. Dai vocati 22 ettari di vigneto, oltre i bianchi Langhe Arneis e Favorita e i rossi Barbera d’Alba e Roero, saranno presto in commercio bottiglie di Spumante Classico Pas Dosé e Brut ottenute da uve Arneis e Nebbiolo, affinate diversi anni nell’antica cantina scavata nella pietra. (Tel.0173/98381).

Breve ma accogliente la nostra visita all’Enoteca Regionale del Roero, con l’assaggio di Birbet, un rosso dolce e aromatico prodotto con uve Brachetto coltivate nel Roero. Qui potrete trovare i vini della quasi totalità dei produttori. (Tel. 0173/ 97 82 28).


Rodello: l’Azienda Agricola Mario Giribaldi

A Rodello il Dolcetto non solo è di casa ma è di buona qualità.  In questo bel paesino di circa mille abitanti, sorge dall’inizio del 20° secolo l’azienda agricola Mario Giribaldi che, seppur di un passato recente, è conosciuta per la qualità dei suoi vini.  Guide e testate di settore li premiano, citandone i pregi. Attualmente produce venti vini di cui quattro biologici.  Tutti con tipicità varietale. I noti Barolo e Barbaresco si esprimono più nella finezza e armonia che nella struttura.  Sono pieni ma snelli.  Gli altri sono fruttati e invitanti ma di carattere, ossia non cadono nella semplicità. Una gamma che comprende i classici albesi e uno spumante brut, ultimo nato. Mario Giribaldi amante della terra di Langa, rispettando da sempre l’uomo e l’ambiente, ha creato nel 2004 dei vini biologici.  Una scelta consapevole che lo ha premiato. Infatti il 70% della produzione è esportata in ben ventidue Paesi. (Tel. 0173/617000).


Montelupo Albese: Ristorante Cà del Lupo

Un posto di ristoro di qualità, felicemente incastonato in questo paesino dell’Alta Langa, suggestivo territorio immortalato da Beppe Fenoglio. La struttura in stile moderno che comprende l’albergo e il ristorante, è stata realizzata da un progetto del noto architetto Demaria e, poi ristrutturata, dall’architetto Ginomario Bemer. Accogliente, dallo stile moderno con parti tradizionali, dove spiccano la cortesia e professionalità del personale diretto dal patron Stefano Drocco e le golose proposte della cucina create dalla sua mamma Emma. Tra le varie proposte, irrinunciabili, la battuta di fassone con tartufo bianco, i raviolini del plin al burro e salvia, i tagljarin alla piemontese, bocconcini di fassone al Barolo, coniglio ruspante cotto in forno a legna e, dulcis in fundo, panna cotta alla nocciola con crema mou, torta di nocciola con zabaione e pere madernassa al vino.  Tutto questo ben di Dio, abbinato a grandi vini albesi e non, scelti da una ricca carta dei vini.  Chi si alza tardi dalla tavola, potrà pernottare nell’attiguo albergo e, al mattino, godersi un panorama esclusivo. (Tel. 0173/617249).

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Virgilio Pronzati, giornalista specializzato in enogastronomia e già docente della stessa materia in diversi Istituti Professionali di Stato...

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