Per lungo tempo la maggior parte dei genovesi beveva vini rossi piemontesi del Monferrato Ovadese, in particolare Dolcetto, e il resto Barbera. Un consumo quotidiano che accompagnava qualsiasi piatto. Gli abbinamenti congeniali tra cibo e vino sono di un passato recente. Con ravioli col tocco, coniglio in terrina e al forno, cappone e gallina bolliti e pollastri al forno, si beveva il Dolcetto dell’Ovadese. Per molti genovesi era consuetudine acquistare il vino dei contadini e imbottigliarlo. Col tempo, sono passati all’acquisto delle bottiglie. Ma come per tutti i generi, cambiano sovente gli usi. Osterie, enoteche e ristoranti da anni propongono vini di tutte le tipologie e di ogni regione italiana. Ma ci sono sempre cene a tema dove i piatti locali si abbinano a vini di altre regioni. Una di queste, promossa dalla Delegazione Onav di Genova presieduta da Massimo Ponzanelli, si è tenuta nella Trattoria Agnese di Bolzaneto, abituale sede di buongustai.
Per l’occasione, il dinamico delegato provinciale Ponzanelli di concerto con Giorgio Besagno patron dell’Agnese, ha realizzato un incontro tra le golosità genovesi e i pregiati vini delle aziende agricole biologiche dell’Ovadese Forti nel Vento e Rocco di Carpeneto. Dopo la presentazione di Ponzanelli, sono seguiti gli interventi dei produttori Marco Tacchino di Forte dei Venti e di Paolo Baretta di Rocco di Carpeneto, due dei ventiquattro produttori del Consorzio dell’Ovada Docg. Dal ricco e invitante il menu, gli antipasti con la tipica mostardella (salume fresco fatto con le parti meno pregiate ma non meno buone del maiale), l’antica torta cappuccina (nata in conventuali cucine e antenata di tutte le torte di verdure), fragranti fiori di zucchino fritti, flan di spinaci con salsina e la storica trippa in bianco condita con fragrante extravergine, sale e qualche goccia di limone.
A esaltare riequilibrandone aromi e sapori, il Piemonte Doc Chardonnay An Piota 2014. Un vino bianco di carattere con sentori floreali e fruttati e dall’invitante beva sapida e minerale. Poi i primi con i desueti tortelli di Ciazze (formaggio di alcune località di Rossiglione) e gli irrinunciabili taglierini verdi col sugo di stracotto, accompagnati dall’Ovada Docg Losna 2014 e dal Monferrato Doc Rosso Ventipassi 2012. Più due convivenze che matrimoni d’amore, ma che hanno evidenziato le rispettive caratteristiche.
Da una parte la delicata fragranza dei tortelli e taglierini, dall’altra la fruttata vinosità e la non comune pienezza dell’Ovada 2014, e del Monferrato 2012 dal persistente bouquet, pieno e discretamente complesso e armonico, derivato dal quasi scomparso Nibio, convarietà di Dolcetto a maturità un po’ più tardiva. Col piatto forte, stoccafisso arrosto, il Barbera del Monferrato Superiore Docg Reitemp 2013. Anch’esso un abbinamento difficile per le rispettive caratteristiche. Da una parte la decisa e saporosa compattezza dello stoccafisso, dall’altra la spiccata acidità fissa, gli antociani e la decisa struttura. Dulcis in fundo una torta di mele con un cremoso zabaione caldo, sposato (bene) al dolce, effervescente e aromatico Moscato d’Asti 2015 di Giorgio Carnevale. Soddisfatti, sia gli onavisti ed enoappasionati presenti che i due produttori, impegnati a scambiarsi opinioni sui vini della serata.
Nella foto: da sinistra Marco Tacchino, Giorgio Besagno, Paolo Baretta e Massimo Ponzanelli
Virgilio Pronzati, giornalista specializzato in enogastronomia e già docente della stessa materia in diversi Istituti Professionali di Stato...
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