Stresa (VB) - Grand Hotel des Iles Borromées
il 26 giugno 2017
AIS Verbania, in collaborazione con Trentodoc, organizza a Stresa un appuntamento con ben24 delle case spumatistiche aderenti all’Istituto, presenti personalmente
Trentodoc si presenta per la prima volta sul Lago Maggiore il 26 giugno, presso il Grand Hotel des Iles Borromées di Stresa.
L’Istituto, grazie all’iniziativa AIS Piemonte e AIS Verbania, organizza un grande wine tasting dalle 15.00 alle 20.30 con 24 case spumantistiche – tutte presenti personalmente e che presso i propri desk proporranno 56 etichette – per far conoscere e apprezzare le caratteristiche che hanno reso Trentodoc il primo metodo classico in Italia a ricevere la denominazione di origine controllata.
A seguire, dalle 21.00 alle 23.00, il Miglior Sommelier d’Italia dell’Associazione Italiana Sommelier, Maurizio Filippi, guiderà una degustazione di 9 differenti etichette Trentodoc.
Un’occasione unica per poter scoprire Trentodoc, metodo classico trentino. In totale aderiscono all’Istituto 45 case spumantistiche – con la produzione di circa 120 etichette – grandi e piccole realtà unite dal territorio e dall’eccellenza.
L’ingresso alle due sessioni è a pagamento; per iscrizioni e informazioni contattare il numero: 335 6758898.
Trentodoc, bollicine di montagna
La sua storia iniziò nei primi anni del ‘900 con Giulio Ferrari, studente all’Imperial Regia Scuola Agraria di San Michele, che dopo numerosi viaggi-studio in Francia, di rientro a Trento e per primo, nel cuore della città, diede il via alla sua produzione di metodo classico: piccola, ma di elevata qualità. Da allora molti lo seguirono, fino al riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata “Trento” nel 1993, come prima in Italia riservata a un metodo classico. Trentodoc oggi unisce 45 produttori, è una realtà in costante crescita e ogni casa spumantistica persegue la sua personale filosofia, conferendo a questo metodo classico sfumature diverse, adatte a ogni gusto, occasione e abbinamento. Con un unico comun denominatore: la qualità. Le viti adatte a diventare Trentodoc, prevalentemente coltivate a pergola trentina, crescono ad altitudini comprese tra i 200 e gli 800 metri, con un clima caratterizzato da notevoli escursioni termiche fra giorno e notte; viti e uva che una volta diventate vino, gli conferiscono come tratti distintivi eleganza, freschezza e persistenza. Trentodoc può anche fregiarsi oggi di una “carta di identità” che certifica la sua origine e il suo legame con il territorio, frutto di una ricerca della Fondazione Mach di San Michele all’Adige, in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura e con l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. La qualità di Trentodoc “Bollicine di montagna” è affidata al disciplinare di produzione, che fissa rigidi canoni e controlli lungo tutta la filiera. Le uve dalle quali si ottiene sono Chardonnay, il cui vitigno è uno dei più coltivati in provincia (circa 26% della superficie vitata), Pinot nero, il Pinot bianco e Pinot meunier. La vendemmia è svolta manualmente e il “vino base” è affidato a una lenta maturazione in bottiglia, che varia da un minimo di 15 mesi a un minimo di 36 per la riserva ma arriva fino a 10 anni sui lieviti per i Trentodoc più raffinati ed evoluti. Il marchio collettivo Trentodoc, con le due “O” contenute nel marchio, vogliono simboleggiare il gesto del “remuage”, tipico del metodo classico. Ad occuparsi della promozione del marchio è l’Istituto Trento Doc, fondato nel 1984 che rappresenta oggi 45 case spumantistiche trentine. Dal 2016 e per le successive due edizioni, Trentodoc sarà partner di AIS – Associazione Italiana Sommelier – nell’ambito del Concorso che assegna il titolo di Miglior Sommelier d’Italia e il premio Trentodoc. Il Concorso candida il vincitore alle finali mondiali del più preparato comunicatore del vino italiano.
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