U Prufessu, Giovanni Rebora è stato un grande genovese. Professore di Storia economica e di Storia agraria medievale e direttore del dipartimento di Storia moderna e contemporanea dell’Università di Genova, nel settore era considerato tra i maggiori esperti di livello internazionale. Chi ha avuto il piacere di conoscerlo, si è reso subito conto della sua straordinaria cultura, sincerità e onestà intellettuale. Fondamentali le sue opere sulla gastronomia. Essendo genovese, Rebora ha esplorato, descrivendola al meglio, la cucina genovese e ligure. Si sa che parlando di mangiare, non si può non parlare di vino.
Rebora sul vino, aveva le stesse considerazioni fatte per i piatti. Ossia genuini, sapidi, profumati, di deciso sapore ma di buona armonia. Tra i tanti vini che Rebora amava, il Barbera d’’Asti Doc di Franco Roero di Montegrosso d’Asti, comune cru dell’astigiano. A farglielo conoscere e apprezzarlo, Lorenzo Tablino, grande amico e enologo di vaglia. Ma ad arrivare al Barbera d’Asti Doc Il Professore, ci ha pensato Federico, figlio dell’indimenticato Giovanni Rebora.
Un gesto di grande affetto e che vuol siglare l’amicizia del padre che aveva con vecchi e nuovi amici. Con questi propositi Federico Rebora con la collaborazione del noto ed esigente gourmet Enrico Sala, organizzò diverse serate enogastronomiche nei ristoranti preferiti da suo padre, tra cui, riuscitissima, quella dal Baccicin du Caru di Mele. Un vero e proprio tempio della cucina genovese e non solo, gestito dai patron Rosella e Gianbattista Bruzzone. In degustazione (e abbinati ai piatti), ben dieci annate del Barbera d’Asti Il Professore, partendo dal 2007 (l’anno che mancò Rebora) arrivando al 2016.
Ecco nell’ordine, le annate e i vini:
2007: Molta buona. Vino: granato, dal bouquet fine e complesso, con netti sentori fruttati (ciliegia durona e prugna mature), secco e sapido, caldo, appena tannico, pieno e continuo. Un vino che invita ancora a riberlo. Pronto.
2008: Buona. Vino: ricco al naso e in bocca. Frutti rosi boschivi maturi, caldo, pieno e persistente. Pronto ma ancora intrigante
2009: Buona. Vino: discretamente fine e composito al naso, un po’ largo e di medio corpo e persistenza in bocca. Da bere
2010: Ottima. Vino: composito e complesso: Fruttato e speziato, pieno ma snello e di non comune armonia. Quasi pronto.
2011: Molta buona. Vino: intenso, varietale e fruttato al naso, di equilibrata struttura e persistenza. Quasi pronto.
2012: Buona. Vino: di buon corredo olfattivo e gustativo. Pieno ma snello, continuo.
Quasi pronto
2013: Buona. Vino: ancora esuberante ma di buon livello. Giovane. Da tenere ancora qualche anno in cantina.
2014: Media. Vino: fruttato-vegetale al naso, fresco, sapido, caldo, discretamente pieno e continuo in bocca. Giovane ma gradevole. Può farsi più equilibrato tra alcuni anni.
2015: Buona: Fruttato e composito, di gran corpo e persistenza, Opulento ma di buona longevità. Giovane ma accattivante
2016: Molto buona. Vino: ricco al naso e in bocca. Buone note fruttate e speziate, pieno e molto persistente in bocca. Giovane di grande avvenire
Presente, oltre a Federico Rebora, un scelto gruppo di amici e conoscenti de u prufesu.
Annamaria Bertuccio, Danilo Bruzzone, Serafino Consigliere, Fiorangela Di Matteo, Giuseppe Doneto, Egle e Beppe Faravelli, Franco Fulce, Rosanna Ghinazzi, Marco Iecle, Gianna Lassa, Luca Morasso, Mauro Pes, Elena Picco, Giuseppe Polonio, Massimo Priocca, Virgilio Pronzati, Paolo Revello, Orietta Rivano, Franco Roero, Maurizio Romeo, Enrico Sala e Marco Vigo.
Virgilio Pronzati, giornalista specializzato in enogastronomia e già docente della stessa materia in diversi Istituti Professionali di Stato...
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