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1998-2017: una inedita verticale di Gavi lunga vent’anni per celebrare un grande vitigno autoctono nel suo territorio d’elezione

DoveVia Pratolungo, 163, Gavi (AL) - Azienda Agricola Magda Pedrini

Quandoil 26 maggio 2018

di Mariella Belloni

MappaArticolo georeferenziato

 

Parliamo di Gavi, il Grande Bianco Piemontese da uve Cortese e di una degustazione inedita, dall'ultima vendemmia del 2017 fino al 1998. Un viaggio sensoriale nel tempo attraverso la storia di un vino bianco di grande personalità ed eleganza, con tutta la minerale sapidità del terroir


Evento promosso dall'omonimo consorzio in cui i giornalisti e gli operatori presenti sono stati invitati ad un percorso attraverso la longevità di questo bianco piemontese e capirne il potenziale evolutivo nonché la differenza fra le annate.

Il neoeletto Presidente del Consorzio Roberto Ghio, ha evidenziato come questo evento, che ha richiesto uno sforzo non indifferente nel reperimento delle bottiglie, sia stato voluto nella prospettiva di presentare il Gavi non solo come un prodotto di pronta beva, ma per educare il consumatore al fatto che perseguendo la qualità in vigna e in cantina, e grazie al mantenimento della territorialità, il vitigno autoctono Cortese nella sua zona di vocazione esprime al massimo le sue peculiarità nel tempo: Come le persone invecchiando dovrebbero diventare più sagge, così anche i vini invecchiando possono avere più cose da raccontare.

Ospiti dell'azienda Agricola Magda Pedrini, di antichissime origini, incastonata sulle colline di Gavi come una pietra preziosa in frazione Pratolungo. Una cantina molto ben attrezzata, e 10 ettari coltivati tutti a Cortese Docg, e con metodologie assolutamente naturali. Da alcuni anni la Tenuta Magda Pedrini si è posta l'obiettivo di declinare l'uva Cortese in tutte le sue sfumature: dal Gavi più classico al cru, dal Gavi affinato in barriques alla Riserva, fino ad arrivare al Gavi spumante metodo classico (Docg, of course).

Un momento magico per pochi degustatori, con venti Gavi protagonisti di cui:15 annate di Montessora, il Cru di Gavi Docg prodotto da uve 100% Cortese, l'apice qualitativo della Giustiniana, prodotto con uve coltivate su terre rosse - che lo rende complesso, elegante e persistente - e da Il Nostro Gavi, una selezione di uve da terre bianche e rosse che riposa 24 mesi sulle fecce fini e 12 mesi in bottiglia per le annate 2002, 2004, 2006, 2010, 2012. Entrambi i vini sono prodotti da La Giustiniana, tenuta storica tra le più antiche del Gavi che è stata protagonista della storia del Gavi fin dal 1600, apprezzata da tutti per la sua bellezza e per la qualità della sua terra.

A partire dalle bottiglie più giovani, annata 2017, in un percorso a ritroso fino alla storica annata 1998. Ben venti assaggi per un incontro alla scoperta di bottiglie rare per una percezione del Gavi meno stereotipata. Nato da un vitigno che regge benissimo, il Gavi è un vino che si presta all'immediato consumo tuttavia si scopre, passando dal 2017 al 1998 attraverso vendemmie diverse e opposte per fattori climatici e condizioni, un bianco fine ed elegante che può riposare in bottiglia per lunghi anni, sostenuto dalla freschezza tipica del Cortese di Gavi, come dimostra in alcune tra le annate maggiormente apprezzate.


Montessora 2007 annata ottima caratterizzata da un inverno mite, primavera calda ed estate non eccessivamente calda: colore intenso, al naso ti avvolge con un raffinato ventaglio di profumi questo Gavi, la fanno da padrone i toni floreali subito accompagnati da una frutta a polpa bianca e da una vena minerale che col passare del tempo assume toni agrumati. Sapidità, lunghezza e profondità gustativa sono le principali caratteristiche che hanno reso questo vino veramente stellare.
Il Nostro Gavi 2004 : questo vino spicca per mineralità da pietra focaia e poi per un impatto fruttato maturo. Un vino pazzesco che sembra provenire direttamente dal terreno. In bocca torna alla grande, tutto è incentrato sulle note acido-sapide.
Montessora 2001: la grande maturità di questo esclusivo vino si estrinseca in un quadro olfattivo caratterizzato da aromi di mela golden matura, frutto della passione, albicocca matura, fiori gialli appassiti. Bocca di grande struttura, raffinata, il vino si espande in bocca e la sapida mineralità rappresenta la chiosa di un sorso fresco e integro. Bella la persistenza.
Montessora 2000 (da Magnum): maggiorenne, una vera sorpresa. Eccezionale, fresco e con molta eleganza, ha un sacco di vita davanti. Il colore è giallo paglierino non carico, il registro olfattivo è fresco, ci troviamo la pesca, la pera, i fiori di campo, un delicato minerale. La bocca è viva, sapida, elegante, di grande equilibrio tra morbidezza e acidità, lungo il finale.

Montessora 1999: un vino la cui nota ossidativa/evolutiva è ben evidente, il tema olfattivo è delineato dalla frutta matura, escono i fiori appassiti e la macchia mediterranea. Al palato l’attacco morbido è subito bilanciato dalla vena acida che conserva ancora, come è accaduto anche con gli altri vini, dona freschezza e grande beva. Bella persistenza finale.
Montessora 1998 (anno in cui ha conquistato la Docg): il vino più maturo e sorprendente e, forse, dal quadro aromatico più suadente. Cotognata, frutta tropicale matura, pesca sciroppata, spezie orientali e piacevole mineralità. In bocca c’è tutta l’eleganza del tempo che passa, la struttura non cede nulla, soprattutto la vena acida è ancora viva, fresca e di grande complessità. Chiude con un bouquet di fiori gialli. Ventanni e non sentirli in questo ottimo Gavi che potrà andare avanti ancora per qualche anno.

Nel complesso, queste annate sono riuscite a mostrare meglio le potenzialità del Gavi Docg. Splendida forma per le vendemmie 2008 e 2009 de Il Nostro Gavi, ma è la 2011 a convincere di più, annata precoce e calda con vendemmia anticipata. Questa degustazione è stata un omaggio al tempo che passa e un invito ad una nuova consapevolezza che i grandi bianchi migliorano invecchiando in cantina. Un'esperienza davvero unica!

Scopri le terre del Grande Bianco Piemontese

In Piemonte c’è una terra delimitata da 11 comuni, compresi tra Liguria e Lombardia:
è una terra unica a trenta chilometri dal mare, lembo inferiore della Pianura che sale verso i colli e si arrampica sull’Appennino Ligure. Questa terra di confine, sospesa nel tempo, autentico paesaggio
che alterna vigneti, boschi, valli e dolci colli è il territorio della Denominazione del Gavi, vino Cortese, il vero protagonista di tutto questo .

Una storia millenaria che risale al 972, anno del primo documento che attesta la presenza di vigneti a Gavi. Vigne sedute su un territorio antico di 25 milioni di anni. Terra bianca, marnosa e calcarea, e terra rossa, più ricca di argilla e metalli ferrosi. Un territorio su esposizioni e altitudini differenti che accoglie 80 produttori che vinificano in bianco solo uva Cortese: 1.510 ettari vitati sui 2.200 di tutta Italia. Millecinquecento gli ettari complessivi del vigneto del Gavi Docg. L’altitudine dei terreni coltivati a vite Cortese varia dai 180 ai 450 metri sul livello del mare. Tanto da poter definire il Gavi un vino bianco “di montagna”, fortemente condizionato (a livello di terroir e di microclima) dal mare della Liguria, ad appena 30 chilometri in linea d’aria.




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