Montalcino e il Brunello
Quasi alla fine dell’Ottocento, da una felice intuizione del garibaldino Ferruccio Biondi Santi, nacque il Brunello di Montalcino. Un vino divenuto mito, che oggi occupa le posizioni di vertice nel mondo del vino. Da quella bottiglia datata 1888, una pietra miliare del vino toscano, sono seguiti i tempi duri e bui, prima della fillossera e poi quelli ancor più nefasti del periodo bellico. Per merito d’alcuni produttori come i Santi e i Colombini, il vino locale, iniziò il lento ma graduale riscatto che condusse Montalcino all’attuale prosperità. Un esempio (tra i pochi al mondo) di come l’agricoltura può dare un reddito anche maggiore dell’industria, ma con effetti sull’uomo e sull’ambiente, indubbiamente migliori. E’stato il primo dei sette Docg toscani ad esserne insignito. Da alcuni decenni, per la sua elevata qualità che ne ha creato un’esclusiva immagine, legandola saldamente al territorio e l’opera fattiva del suo Consorzio, il Brunello di Montalcino ha ottenuto innumerevoli riconoscimenti internazionali, che ne fa oggi uno dei pochi grandi vini di fascia alta tra i più venduti.
L’evento
Benvenuto Brunello 2009 è una manifestazione d’assoluto rilievo internazionale, che richiama ogni anno, oltre il meglio della stampa (specializzata e non) mondiale, buyer, operatori del settore ed enogastronomi. Nella grande tensostruttura allestita all’interno della Fortezza di Montalcino, nei giorni 20 e 21 febbraio, circa 200 giornalisti provenienti da tutto il mondo, hanno potuto valutare l’annata 2004 di Brunello di Montalcino, la Riserva 2003 dello stesso vino, nonché Rosso di Montalcino 2007 e, potendo, i Moscadello e i Sant’Antimo. Una kermesse oltremodo impegnativa, che li ha messi a dura prova, pensando che totalmente i vini in degustazione erano ben 341, di cui 198 Brunello di Montalcino tra quelli d’annata (146) selezione (16) e Riserva (36), 115 Rosso di Montalcino, 7 e 21, rispettivamente di Moscadello di Montalcino e Sant’Antimo.
I Vini
Puntualizzando che i Brunello di Montalcino 2004 li abbiano assaggiati tutti nell’arco dei due giorni, ovviamente, ci è rimasto il tempo necessario per assaggiare solo parzialmente, i vini delle altre tipologie. Dalle nostre personali valutazioni, sono emerse le seguenti considerazioni. Decisamente molto buona l’annata 2004. L’andamento climatico con temperature medio-alte e dei periodi assolati ma freschi, ha dato ottime uve, da cui sono stati prodotti in generale, vini di buona freschezza e con profumi compositi. Di buon corpo, alcolici e sapidi. A tutto questo, vanno aggiunti l’età dei vigneti, le tecniche di vinificazione e d’affinamento adottate. Ecco le nostre valutazioni: settantacinque di livello ottimo, venticinque sul molto buono, quindici sul buono, dieci sul medio-buono e i restanti ventuno sul discreto. Quelli di maggior qualità ed armonia, presentavano un color rosso granato intenso, un bouquet intenso e persistente, fine, ampio, composito e (sentori fruttati, speziati con note di tabacco, cacao e goudron) discretamente boisé, dal sapore secco, sapido, giustamente o ancora un po’ troppo astringente, caldo, di buona struttura e continuità, dal retrogusto netto che richiama le note olfattive. Seguono nell’ordine: i 25, simili ma leggermente disarmonici per limitata freschezza ma, molto sapidi, dall’intenso e fine profumo, dal sapore secco ma morbido, caldo, leggermente tannico, di buon corpo e continuità. Poi i 15 dal colore granato non molto intenso, dall’intenso profumo fruttato e speziato con note piacevolmente boisé, e dal sapore abbastanza equilibrato, cosi come per la struttura e persistenza.
Quelli giudicati medio-buoni, presentavano un colore rosso granato più scarico o, come in alcuni casi, rosso rubino, dal bouquet intenso ma poco ampio, dal sapore discretamente armonico. Mentre i restanti 21, presentavano caratteristiche molto attenuate e meno fini rispetto ai precedenti, in particolare al naso (troppo boisé, e note vegetali) e al sapore (un po’ magri e tannici o un po’ piatti e poco persistenti). Da molto buoni a buoni, i sedici vigna o selezione. Mentre dei 36 Riserva 2003, benché derivati da un’annata calda e siccitosa, la gran parte spaziava dal molto buono all’ottimo, il resto si attestava sul buono e medio-buono.
Gli altri vini
Valutando parzialmente i Rosso di Montalcino 2007, li abbiamo trovati molto validi, dotati di ottimi colore e struttura, profumi ampi, fini e fruttati, con valutazioni che spaziavano dal buono all’ottimo. Da ottimo (3; buono 2) a discreto (2) i Moscadello di Montalcino. Ci scusiamo invece per i Sant’Antimo, in quanto ne abbiamo assaggiato solo un terzo, di cui gran parte sul buono.
La posa della Piastrella
Come ormai e d’obbligo, ogni anno con l’assegnazione delle stelle all’annata, c’è stata la posa sulle mura del duecentesco palazzo comunale, di un’artistica formella con al centro una mano aperta, inneggiante alla pace. A deporla sul muro, Stefano Campitelli direttore del consorzio Vino Brunello di Montalcino, alla presenza del sindaco di Montalcino Maurizio Buffi, e d’altre autorità nazionali e locali.
Organizzazione & ospitalità
Ottimali la sede della manifestazione, la postazione delle degustazioni, l’ospitalità alberghiera, i buffet nella pausa delle degustazioni. Inoltre, la cortesia ed efficienza dei funzionari del Consorzio, in particolare della d.ssa Marta Ripaccioli e delle sue collaboratrici.
Trend & Marketing
Metà del Brunello di Montalcino 2004, prima ancora di uscire sul mercato, e gia stato venduto. Un exploit di rilievo mondiale, tenuto conto che dei sette milioni di bottiglie prodotte in quest’annata, 3 milioni e mezzo sono già state collocate. A darne notizia il Consorzio del vino Brunello di Montancino che, avendo ricevuto dai produttori la richiesta di circa 3.500.000 fascette, vuol dire che altrettante bottiglie di Brunello sono state vendute o ordinate, in quanto le fascette sono richieste dai produttori quando la vendita e ormai sicura. Dei 7,1 milioni di bottiglie annue, il 60% è venduto all’estero.
Il Brunello & C. in cifre
(Fonte: Consorzio del Vino Brunello di Montalcino)
La produzione media annua di Brunello di Montalcino è di 7.100.000 bottiglie, secondo la qualità dell’annata.
La superficie complessiva vitata è di 3500 ettari.
La superficie vitata iscritta all’Albo del Brunello è di 2000 ettari.
Complessivamente sul territorio operano 250 produttori, di cui 200 imbottigliatori. Tutti i produttori (il 100%) sono iscritti al Consorzio del Vino Brunello di Montalcino.
Dimensione delle aziende: il 22% sono inferiori ad un ettaro, il 29% sono tra i e 3 ettari, il 15% sono tra i 3 e 5 ettari, un altro 15% è tra i 5 e i 15 ettari, il 9% sono tra i 15 e i 100 ettari, l’1% è sopra i 100 ettari; il 9% sono imprese esclusivamente commerciali. Principali Paesi importatori: USA 25%, Germania 10%, Svizzera 7%, Canada 5%, Inghilterra 3%, Giappone 3%, il resto è distribuito in circa 60 Paesi. Il restante 40% è consumato in Italia, in prevalenza: Toscana 7%, Nord Italia 8%, Centro Italia 5%, Sud Italia 1%, Montalcino 17%, di cui l’8% con vendita diretta in azienda. Attualmente un ettaro di vigneto di Brunello di Montalcino, si aggira sui 500.000 euro.
La produzione media annua di Rosso di Montalcino è di 4.500.000 bottiglie, mentre la sua superficie vitata è di 250 ettari. La produzione media annua di Moscadello di Montalcino è di 80.00 bottiglie, mentre la sua superficie vitata è di 50 ettari. La produzione media annua di Sant’Antimo è di 700.000 bottiglie, mentre la sua superficie vitata è di 900 ettari. Il giro d’affari: il distretto del vino di Montalcino ha raggiunto un business di circa 130 milioni di euro.
I Produttori
Marchesato degli Aleramici, Mastrojanni, Maté, Mocali, Molino di Sant’Antimo, Montecarbello, Pacenti Franco-Canalicchio, Palazzo, Pecci Celestino, Pian dell’Orino, Pian delle Querci, Pian delle Vigne, Piancornello, Pietroso, Pinino, Piombaia, Podere Trizio-Roberto Bellini, Podere Canalino, Podere La Vigna, Podere Paganico, Poggio Antico, Poggio dell’Aquila, Querce Bettina, Quercecchio, Renieri, Ridolfi, Santa Lucia, San Filippo, San Lorenzo, San Polino, San Polo, Sancarlo, Santa Giulia, Sassodisole, Scopone, Sesta di Sopra, Sesti, Solaria, Siro Pacenti, Villa I Cipressi, Talenti, Tassi, Tenimenti Angelini, Tenuta Caparzo, Tenuta Crocedimezzo, Tenuta di Collosorbo, Tenuta di Sesta, Tenuta Greppone Mazzi, Tenuta La Fuga, Tenuta La Torraccia, Tenuta Le Potazzine, Tenuta Oliveto, Tenuta San Giorgio, Tenuta Vitanza, Tenute Niccolai-Podere Bellarina, Tenute Silvio Nardi, Terralsole, Terre Nere, Tiezzi, Tornesi, Uccelliera, Valdicava, Vasco Sassetti, Ventolaio, Verbena, Villa a Tolli, Villa Le Prata, Villa Poggio Salvi, Abbadia Ardenga, Agostina Pieri, Agricola Centolani-Tenute Friggiali e Pietranera, Altesino, Argiano, Baccinetti, Banfi, Barbi, Baricci, Batoli Giusti-Tenuta Comunali, Belluria, Belpoggio, Bolsignano, Brunelli, Casigliano, Campogiovanni, Canalicchio di Sopra, Canneta, Cantina di Montalcino, Cantine Bonacchi, Capanna, Capanne Ricci, Caprili, Casanuova delle Cerbaie, Casisano Colombaio, Castelgiocondo, Castelli Martinozzi, Castello di Velona, Castello Romitorio, Castello Tricerchi, Castiglion del Bosco, Ciacci Piccolomini d’Aragona, Citille di Sopra, Col di Lamo, Poggio Il Castellare, Col d’Orcia, Collisole, Collelceto, Collemattoni, Corte Pavone, Cupano, Donatella Cinelli Colombini, Donna Olga, Fanti, Fattoi, Ferrero, Ferro, Fornacella, Fornacina, Fossacolle, Fuligni, Gianni Brunelli-Le Chiuse di Sotto, Il Colle, Il Forteto, Il Marroneto, Il Palazzone, Il Paradiso di Manfredi, Il Poggiolo, Il Poggione, Il Valentiano, Innocenti, L’Aietta, La Campana, La Colombina, La Fiorita, La Fornace, La Fortuna, La Gerla, La Lecciaia, La Magia, La Mannella, La Palazzetta, La Poderina, La Rasina, La Serena, La Togata, La Velona-Monade 90, Lombardi, Lazzeretti, Le Chiuse, Le Gode, Le Macioche, Lisini.
Virgilio Pronzati, giornalista specializzato in enogastronomia e già docente della stessa materia in diversi Istituti Professionali di Stato...
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