Pubblico folto, regia televisiva che proietta sul maxischermo a fasi alterne i relatori e i volti di ascoltatori attenti. Produttori, giornalisti e pubblico vario per ascoltare un parterre di relatori di prim’ordine. E’ la Puglia, e in questo caso specifico il Salento, la prima regione italiana produttrice di olio di oliva, ad ospitare un evento epocale di Bayer CropScience in Italia dedicato all’ovicoltura italiana e patrocinato da 37 enti ed istituzioni, in occasione della presentazione del volume “l’ulivo e l’olio”, ultima pubblicazione della collana “Coltura & Cultura”. Il teatro dell’incontro è la sala convegni della Cantina Due Palme che precede l’ingresso in cantina.
Cellino San Marco è in provincia di Brindisi, terra di olivi secolari che dominano il paesaggio e lasciano un segno incisivo nell’economia del territorio, insieme con la vite e il vino.
“Dopo ‘ il grano’ e ‘ la vite e il vino’, il volume ‘ l’ulivo e l’olio’ completa la ‘triade mediterranea’ per eccellenza” – afferma Frank Terhorst, Amministratore delegato di Bayer CropScience in Italia -. “Naturalmente il nostro sostegno alla filiera è molteplice e in primo luogo si concretizza con l’offerta di soluzioni migliori per ottenere quella qualità, salubrità e sostenibilità economica che le produzioni olearie italiane chiedono, in un momento storico di forte riduzione degli agrofarmaci a disposizione degli ovicoltori italiani. Gli agrofarmaci contribuiscono ad assicurare una costante fornitura di alimenti sani e di alta qualità a prezzi accessibili per tutti i consumatori e sono indispensabili per lo sviluppo di una agricoltura sostenibile, altrimenti destinata a decrescere, favorendo l’importazione di prodotti extra europei che non garantiscono gli stessi standard di sicurezza e qualità.
L’Italia rappresenta uno dei Paesi più importanti a livello mondiale per la produzione e si colloca al primo posto per il consumo dell’olio di oliva, l’ovicoltura italiana vive una fase di transizione destinata a cambiare la fisionomia del paesaggio olivicolo italiano se non della stessa economia agricola del nostro Paese. Da un lato, i sistemi tradizionali, del cui ruolo storico, sociale e paesaggistico è difficile fare a meno di creare nuovi legami tra qualità, sostenibilità ed eccellenze alimentari, disegnando un nuovo modello olivicolo italiano, competitivo nel mondo. Un plusvalore che è stato al centro della battaglia sull’etichettatura d’origine e ha indotto diversi gruppi stranieri ad acquistare i marchi storici dell’industria oleica.
Il volume ‘ l’ulivo e l’olio’ aiuta proprio il consumatore, oggi sempre più consapevole circa lo stretto rapporto che esiste tra alimentazione e salute, a scegliere un “buon olio” arricchendo l’acquisto di quei valori che appartengono solo all’Italia e che hanno già fatto la fortuna del vino italiano nel nostro paese e all’estero. Ma il consumatore pur manifestando una maggiore consapevolezza circa lo stretto rapporto che esiste tra alimentazione e salute, non ha ancora sufficienti conoscenze per scegliere un “buon olio” . Lo conferma una recente ricerca quantitativa sui consumatori di olio, condotta da Daniele Tirelli, Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Alcuni spunti dai tre coordinatori del volume, un’opera importante di cui sono autori ben 85 esperti dei settore.
Valori ma anche nuovi scenari come il controllo di un insetto dannoso, la mosca delle olive, Bactrocera oleae, che arreca gravissimi danni alle produzioni sia a livello quantitativo, con la riduzione della produzione, sia qualitativo, identificabile con alterazioni chimico-fisiche e organolettiche dell’olio.
E parlando di conoscenza, si è scelto, nel titolo, di usare il termine Ulivo e non Olivo, volendo sottolineare che questo volume non vuole essere un manuale “tecnico”. Chi per esempio, potrebbe definire “oliveto” quello che invece è l’uliveto del Getsemani? Una scelta voluta, quindi, non rivolta al passato, ma alla continuità della storia di questa specie, guardando in modo più approfondito al carattere multifunzionale e culturale che oggi, più che mai, può essere la chiave per garantire la sopravvivenza di quella parte di “ulivicoltura” italiana che è culturalmente e paesaggisticamente fondamentale.
“Fra gli strumenti messi a disposizione dalla Regione- spiega Giuseppe Ferro, Direttore Area Politiche per lo sviluppo Rurale Regione Puglia - il regolamento sul miglioramento qualità dell’olio di oliva e l’istituzione dell’enoteca e olioteca nazionale, che avrà la sede legale a Bari. C’è poi la legge sugli agriturismi e sulle masserie didattiche, che si collegano al Piano di sviluppo rurale”.
“in un momento di crisi economica e dell’alimentazione, il ritorno all’ulivo, con la sua tradizione può essere un contributo fondamentale e una soluzione per questo problema – afferma Mons. Marcelo Sànchez Sorondo - .Questo libro è la cosa migliore pubblicata sull’ulivo fino ad ora”.
Luigi Caricato, autore di ben 14 volumi sull’olio, coordinatore di Teatro Naturale, ci spiega – “La simbologia è nutrita. Nel libro ho scritto che l’olio ha anche un’anima. Abbiamo la certezza che c’è una parte, l’1-2 per cento dei componenti minori, che fanno la difefrenza nell’olio di oliva. L’olio non è soltanto un corpo liquido, bisogna cercare di coglierlo nelle sue evidenze più culturali . L’Italia è un paese fondato sull’olio – continua Caricato – il simbolo stesso della Repubblica Italia è un ramo d’ulivo. E diverse religioni hanno fondato sull’olio e l’ulivo la loro forza espressiva”.
“Un vivo ringraziamento agli 85 autori che insieme sono riusciti a trasmettere, con un linguaggio accessibile a tutti, le infinite chiavi di lettura di questa coltura e del suo eccellente prodotto. Il progetto editoriale è nato dai risultati di un’indagine Eurisko in collaborazione con l’Università di Milano – spiega Renzo Angelini, Direttore Marketing e Technical Management Bayer CropScience, ideatore della collana – Ne è emerso che il 71% degli italiani vorrebbe consumare prodotti italiani ma nello stesso tempo l’82% non sa nulla del prodotto prima che questo arrivi sulla tavola. Finora sono usciti 8 titoli sulle colture e strategie con oltre trecento autori coinvolti. L’obiettivo è quello di superare la faglia che c’è sulla percezione sbagliata dell’agricoltura e l’informazione corretta”.
“L’ulivo e l’olio” (pagine 784 – illustrazioni 1.375) fa parte della collana “Coltura & Cultura” ed è pubblicato con il marchio Script del gruppo ART.
Condire con l’oro giallo
E’ alla base della dieta mediterranea, e come tale un elemento fondamentale per un’alimentazione sana ed equilibrata. Negli ultimi anni l’olio extravergine d’oliva ha visto crescere l’interesse della comunità scientifica nei suoi confronti: è ormai dimostrato il suo ruolo attivo a difesa di patologie come le malattie cardiovascolari, alcuni tipi di tumore e processi degenerativi legati all’invecchiamento. Tutto questo grazie alla sua composizione chimica, caratterizzata prevalentemente da acidi grassi monoinsaturi e da un equilibrio perfetto di polinsaturi. Senza dimenticare la presenza di vitamina E, unita a composti minori tra cui i polifenoli, veri e propri antiossidanti naturali. E’ l’ingrediente insostituibile per condire i piatti della tradizione culinaria italiana, dei quali esalta le caratteristiche organolettiche. Per assaporarne al meglio il sapore rotondo e gli aromi fruttati, il consiglio è di gustarlo a freddo.
Cantine Due Palme è una Società Cooperativa fondata nel 1989, nel centro dell’area produttiva del Salento. Oggi annovera più di 850 soci viticoltori, produttori di uve Negroamaro, Primitivo, Susumaniello e Malvasia Nera (Vitigni autoctoni) oltre al Sangiovese, Montepulciano, Cabernet Sauvignon e Merlot, Pinot nero e bianco, Chardonnay e Sauvignon. Negli ultimi 3 anni Cantine Due Palme ha incorporato 2 cantine sociali storiche: la Cantina Sociale Riforma Fondiaria di Cellino San Marco costituita nel 1955 e la Cantina Sociale Angelini di San Pietro Vernotico, confermandosi uno dei maggiori poli cooperativistici di tutta la Puglia e del sud Italia.
Con il Premio speciale 2007 e 2009, le Cantine Due Palme entrano nella storia dell’enologia mondiale. La prima volta l’ambito riconoscimento è stato attribuito dal 15mo Concorso enologico internazionale e conferito nel 2007, durante la cerimonia, dall’allora ministro per le politiche agricole Paolo De Castro. A distanza di appena due anni, il Premio speciale 2009 è stato riconosciuto a Cantine Due Palme dal 17mo Concorso enologico internazionale e consegnato dal ministro Luca Zaia al presidente Angelo Maci.
Fonte news: Mariella Belloni
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