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Vocacibario

Chi aiuta i produttori di vino?

di Virgilio Pronzati


Se il mondo del vino s’interroga sul suo incerto futuro dovuto alla drastica diminuzione dei consumi, causata principalmente dalle norme di legge che regolano il tasso alcolico nel sangue di chi guida, dal consumatore attento ed informato e, ancor più dai sommelier, ci sono consapevoli risposte. Innanzi tutto, bisogna finirla con la demonizzazione del vino. La stragrande, se non totale, quantità d’alcol che è rilevata attraverso l’etilometro e il prelievo di sangue nei soggetti che hanno causato gravi e mortali incidenti, deriva dai super alcolici (distillati e liquori), a cui spesso, si aggiungono droghe d’ogni tipo. Lo sanno tutti che nei Paesi produttori di vino l’alcolismo è sicuramente minore che nei Paesi che non lo producono. Pochi anni fa in Russia proprio per limitare la piaga dell’alcolismo, è stato incentivato il consumo di vino.

Quindi un modo per cercarne in entrambi i casi un rimedio non è facile. Però si può e si deve fare una corretta informazione da parte dello Stato, e dei corsi specifici e professionali sul consumo consapevole delle bevande alcoliche. L’informazione deve essere fatta a tutto campo con rispettive modalità, secondo gli utenti (nelle scuole elementari all’università e al resto della popolazione), mentre i corsi specifici, le associazioni di settore AIS e FISAR li realizzano da oltre un trentennio. Un lavoro di anni, scarsamente considerato dagli organi preposti dello Stato e dai sindacati anche sotto il profilo professionale, trova oggi l’interesse di un senatore del Pdl Pierfrancesco Gamba. Nella sua proposta oltre la creazione di un albo per sommelier professionisti, la formazione professionale attraverso corsi universitari di vari indirizzi con l’ottenimento di una laurea.

Questo ha creato un naturale risentimento da parte dell’AIS che si vede annullare tutto quanto ha creato con fatica, dopo che per anni ha sfornato migliaia di sommelier. Ma aldilà delle polemiche sull’argomento che, trova anche consensi sulla proposta di legge, il mondo del vino langue. Milioni di persone in Italia traggono il loro reddito dal vino e dal suo indotto. E se è vero che la crisi non risparmia nessuno, allora anche il comparto del vino ha le stesse necessità dell’industria. Quindi gli stessi aiuti che sono stati dati all’industria dell’auto e degli elettrodomestici, devono essere dati all’agricoltura, in particolare al settore del vino. E dopo in vino, c’è da aiutare anche il comparto dell’olio di oliva. Quello prodotto solamente con olive coltivate in Italia.

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1 Commenti

Inserito da Kate Maciejewska Serra

il 03 settembre 2009 alle 00:25
#1
Hai pienamente ragione ma al mio modesto parere il guaio in quale si trova il mondo del vino in questo momento deriva non tanto dalle politiche italiane ma del crollo totale del made in Italy nel mondo. Qualche anno fa osservavo come i produttori del vino del Nuovo Mondo hanno praticamente buttato dal mercato polacco i produttori italiani, che sembravano "piazzati" abbastanza bene. Parlando con alcuni produttori italiani annunciavo, che se non cambino il modo di vendere e non rendino la loro proposta piu attraente non andranno lontano. E adesso, con la crisi mondiale, è crollato tutto. Non mi riferisco dei produttori piccoli ma dei grandi produttori italiani, che nel passato vendevano spesso i vini piu che scadenti con dei prezzi allucinanti, non paragonabili alla soltanto media produzione del Nuovo Mondo, e poi venduti davvero male cioè senza preoccuparsi di creare un marchio forte e riconoscibile. Nei paesi amici come la Polonia potevano fare tanto nel campo di lobbing visto la tradizionale simpatia dei polacchi per l'Italia invece hanno perso la occasione, che non si ripeterà più. E sono convinta, che lo stesso meccanismo si è ripetuto nel caso dei altri paesi "emergenti".
Per quanto riguarda i sommelier sai benissimo come li viene difficile parlare in un modo chiaro e semplice del vino. Da maggior parte sono anche le persone simpatiche ma quando mettono la loro "divisa" il discorso cambia.
E basta con questi aiuti, nemmeno la industria dei automobili (vedi: FIAT) dovrebbero averle ma non perchè Agnelli forse ha combinato qualcosa ma semplicemente per il fatto, che il mondo deve andare avanti e non fermarsi a salvare insalvabile (e più con i soldi di tutti noi, che potrebbero essere destinati alle cause più nobili). In POlonia è stata una polemica sui mancati aiuti della Unione Europea ai grandi cantieri navali e la destinazione dei migliaia di Euro nell'agricoltura ma chi ha diritto di decidere di vita e di morte delle singole realtà?
Tornando al vino- sappiamo tutti, che le aziende vitivinicole sono tantissime, sicuramente troppe e non perchè la gente non beve ma perchè producono troppo.

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Virgilio Pronzati, giornalista specializzato in enogastronomia e già docente della stessa materia in diversi Istituti Professionali di Stato...

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