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Intervista a Paolo De Castro, di Alessandro Maurilli

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Parole e volti intorno a un calice

Intervista a Paolo De Castro

di Alessandro Maurilli

Nel mese della canicola estiva, ma anche quello che fa parlare di vendemmia anticipata per via di un clima pazzerello, non è solo la follia delle stagioni a scaldare il clima nel mondo del vino. Infatti è di questi tempi anche la discussione, ormai infinita verrebbe da dire, della riforma dell'Ocm (Organizzazione comune di mercato) del vino che proprio in questi giorni provoca discussioni e critiche di diversa posizione tra i vari paesi Ue, spaccando talvolta anche le associazioni di categoria italiane. Il Ministro De Castro, nostro rappresentante tra i 27 ministri al tavolo agricolo, passa da un tono disteso a uno meno rilassato sul tema vino, annunciando ricorsi in caso di approvazione delle linee dell'attuale proposta presentata dal Commissario europeo Mariann Fischer Boel e ora al vaglio del tavolo di concertazione. Proprio in questo clima rovente abbiamo pensato di incontrare, forse tradendo anche le attese dei lettori di questa rubrica che dovrebbe far parlare produttori e mondo del vino, il Ministro Paolo De Castro. In una Roma rovente questa volta il calice è purtroppo rimasto vuoto e non solo per il caldo… Di questi tempi infatti aprire una bottiglia di vino in Parlamento sta diventando persino pericoloso… Paolo De Castro


D. Ministro De Castro, una Ocm che vede una discussione infinita. Cosa sta succedendo intorno a questo argomento?

R. In questo momento siamo in una delicata fase di lavoro negoziale perché pur avendo parzialmente tenuto conto di alcune indicazioni avanzate dall'Italia assieme ad altri Paesi dell'area Mediterranea, la proposta adottata dalla Commissione e presentata lo scorso 4 luglio ci pone nella prospettiva di trattare ancora su molti aspetti che non possiamo sottovalutare.


D. Quali sono in particolare i punti che maggiormente preoccupano il nostro paese?

R. Nonostante i temi di riforma siano in sintonia con la nostra linea negoziale la proposta contiene elementi che dovranno essere oggetto di approfondimento, in particolare mi riferisco alla liberalizzazione dei diritti di impianto e l'eliminazione della distillazione dei sottoprodotti e alla possibilità di manipolare il prodotto.


D. Argomenti questi che hanno fatto saltare sulla sedia molti consorzi di tutela e produttori. Cosa potrebbe comportare questo per il nostro Paese?

R. Hanno colto di sorpresa in senso negativo la realtà vitivinicola italiana che lavora da sempre con l'ottica di un sostenuto sforzo per il riconoscimento e la tutela del nostro patrimonio agroalimentare di qualità. Le ipotesi presentate dal Commissario appaiono di scarsa efficacia. Quanto contenuto nella bozza Fischer Boel non appare infatti idoneo a tutelare sufficientemente i vini di qualità italiani ed europei.


D. Difficile mettere d'accordo 27 paesi, soprattutto se molti di questi sono emergenti. Cosa si potrebbe fare per venire meno a questo problema?

R. Intanto sicuramente dare un'indicazione di massima attraverso l'Ocm. Il dimezzamento della quota di espianto (da 400mila della prima proposta a 200mila n.d.r.) è senza dubbio un primo passo in avanti per avvicinare il volere di tutti. Inoltre sarà necessario mettere i paesi in condizione di decidere, naturalmente nel rispetto di base della riforma, quali azioni privilegiare onde evitare un abbassamento della qualità, elemento questo che per un vino come il nostro non deve essere sottovalutato.


D. Uno degli elementi di maggiore scontro tra i paesi, come lei stesso ha prima ricordato, è quello legato alla pratica dello zuccheraggio. Quale la posizione dell'Italia?

R. L'Italia resta contraria a questa pratica che non esiste da nessuna parte del mondo. Io mi sto battendo al tavolo dei ministri europei con il sostegno di alcuni paesi mediterranei come la Spagna e la Grecia e su questa linea negoziale abbiamo il pieno consenso della stessa Commissaria Mariann Fischer Boel che ha fatto presente più volte come la pratica dello zuccheraggio crei distorsioni di concorrenza. Credo tuttavia che questo in particolare sia un terreno dove sarà molto difficile spuntarla perché ben 22 paesi su 27 sono a favore.


D. Da qui la sua contrattazione: all'approvazione della pratica di zuccheraggio dovranno corrispondere incentivi per i mosti concentrati.

R. Esatto. Riterrei una scelta intelligente quella di intensificare gli aiuti ai mosti concentrati che rappresentano il modo migliore per eliminare le eccedenze e proprio su questo punto si potrebbe trovare un accordo sensato.


D. Un altro punto di particolare interesse e novità è quello dell'indicazione sull'annata nei "vini da tavola". Lei che ne pensa?

R. Alcuni di noi sono contro altri meno. A mio avviso dobbiamo studiare una formula intermedia perché una cosa è l'indicazione sui vini da tavola per gli Chardonnay altra cosa per vino come il Nero D'Avola, per quest'ultimo non sarebbe auspicabile per il primo possibile. Quindi credo che anche su questo aspetto dovremmo discutere pensando a benefici e svantaggi.


D. Quali saranno i prossimi passaggi della riforma?

R. Il prossimo passo è previsto per metà ottobre quando sarà convocato a Roma un incontro pubblico fra Governo, parti sociali e rappresentanti del Parlamento per trovare, entro novembre, una sintesi sulla "proposta Paese" da portare a Bruxelles nel negoziato sulla riforma del settore vitivinicolo. Dopo questo dovremo di nuovo attendere un nuovo confronto tra i ministri del settore.

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Alessandro Maurilli è nato nel 1980 in un piccolo paese della provincia di Arezzo, nel cuore della Valdichiana. Dopo aver frequentato gli studi...

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