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Home > Autori > Vino

XIX Edizione Salone Nazionale del Vino Novello, il report

di Virgilio Pronzati

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Anno dopo anno, il Novello consolida la sua immagine e presenza, festeggiando quest'anno i suoi 19 anni. Teatro stabile della sua poliedrica esibizione sin dalla nascita, la Fiera di Vicenza che ne cura la realizzazione con l'apporto di Civiltà del Bere e la collaborazione tecnica dell'AIS. Per il diciannovesimo compleanno, il Novello ha richiamato circa 10 mila visitatori. Il Salone, oltre che esclusiva vetrina nazionale del "Vino Novello" con 98 vini prodotti da 82 aziende, ha offerto un altro grande ed inedito motivo d'interesse, come il Salone Nazionale dedicato ai Best Buys, ossia vini di pregio proposti a prezzi accessibili a tutti, in una fascia che va dai 3 agli 8 euro. Madrina del deblocage del Novello la bella ballerina e show girl Rossella Brescia, affiancata dai Papu, i comici diventati noti per lo spettacolo "Siamo uomini o calamari?"

Entrando nel vivo, ossia parlando del vino novello, si hanno (a mio opinabile parere) due realtà distinte: la prima emersa dalla concretezza delle cifre. Cioè anche se c'è stato un decremento dell'1,3%, il settore tiene bene, convalidato dalle 15.613.750 bottiglie di vino novello prodotte nel 2006. Un'indicativa "stabilità", tutto sommato positiva. Analizzando le regioni produttrici, la parte del leone spetta al Veneto con 5.386.600 bottiglie prodotte da 112 aziende. Seguito nell'ordine da: Toscana con 2.017.000 bottiglie prodotte da 24 aziende, il Trentino con 1.703.000 bottiglie prodotte da 11 aziende, l'Emilia Romagna con 915.000 prodotte da 26 aziende, la Puglia con 903.800 bottiglie prodotte da 19 aziende, il Friuli V.G. con 869.500 bottiglie prodotte da 17 aziende, la Sardegna con 771.000 prodotte da 8 aziende, la Sicilia con 622.500 bottiglie prodotte da 11 aziende, il Lazio con 592.500 bottiglie, prodotte da 29 aziende, dall'Umbria con 500.000 bottiglie prodotte da 4 aziende, dal Piemonte con 391.100 bottiglie prodotte da 13 aziende, dalle Marche con 288.500 bottiglie prodotte da 14 aziende, dall'Abruzzo con 256.000 bottiglie prodotte da 14 aziende, dalla Lombardia con 186.950 bottiglie prodotte da 21 aziende, dalla Calabria con 79.000 bottiglie prodotte da 3 aziende, dalla Campania con 30.000 bottiglie prodotte da 1 azienda, dall'Alto Adige con 25.000 bottiglie prodotte da 1 azienda, dalla Basilicata con 20.000 bottiglie prodotte da 1 azienda, dal Molise con 16.000 bottiglie prodotte da 1 azienda ed infine dalla Liguria con 3.300 bottiglie prodotte da 1 azienda. Ecco un quadro produttivo nazionale 2006: Vino 49.200.000 hl, Novello 117,103 hl.

La seconda realtà, riguarda - a mio avviso - il vino nelle sue peculiarità. Com'è noto, il Beaujolais Nouveau (come gli altri) è prodotto con la macerazione carbonica quasi totale delle uve del vitigno gamay, mentre il Vino Novello è prodotto parzialmente con la stessa macerazione - variando dal 20 all' 80% - e utilizzando ben 62 vitigni diversi di cui solo 7 internazionali, impiantati in zone che spaziano dal nord al sud dell'Italia. Per molti esperti questa diversità non solo con il Beaujolais ma anche tra i vari vini novelli italiani, rappresenta un elemento positivo che ci contraddistingue dai consimili di altri Paesi.

Un'opinione forse giusta e ovviamente rispettabile che, anche tra i crescenti consumatori più evoluti, crea motivi di discussione. Tra questi: colori sensibilmente dissimili, profumi varietali (erbacei) che prevalgono sui sentori fruttati, sapori anch'essi molto dissimili per alcolicità, sapidità, freschezza, tannicità, pienezza e persistenza. Spesso più vicini ai vini "nuovi" appena spillati dalla botte, che ai novelli.

Quesiti che lasciano non pochi dubbi: è noto che molti vitigni siano più congeniali di altri per questo tipo di vino; non ha caso il primo Novello Doc è stato il Bardolino, prodotto con le uve dei vitigni corvina (in prevalenza), rondinella e molinara. Vitigni che attualmente occupano rispettivamente, il 6° con 17, il 7° con 16, e il 9° posto con 12, tra quelli che danno origine al maggior numero di vini, preceduti da: barbera (5° con 27), montepulciano (4° con 34), cabernets (3° con 75), sangiovese (2° con 86) e merlot (1° con 116).

Personalmente sono d'accordo con chi trova che i sentori erbacei tipici dei cabernet siano condizionanti, emergendo su quelli di piccoli frutti boschivi più o meno maturi. Meglio il merlot, decisamente meno erbaceo e più fruttato. Interessanti risultano il sangiovese, il barbera, il teroldego e la schiava, con meno sentori varietali ma certamente con più acidità fissa, che conferiscono al vino freschezza e armonia. In ultimo, il perchè della parziale o limitata macerazione carbonica con cui sono stati prodotti vari vini novelli. Molto probabilmente per avere dei vini molto simili a quelli ottenuti con la totale o in gran parte, macerazione carbonica e per dargli una vita decisamente più lunga.

Un insieme di considerazioni che sono emerse dai 98 Novello di 82 aziende. Parlando dell'altro Salone, quello dei Best Buys, si è rivelato un altro successo. Ben 121 vini di buona qualità, dal prezzo di listino che va dai 3 agli 8 euro, IVA esclusa, prodotti da 82 aziende provenienti da 15 regioni italiane. Molti di aziende blasonate con notorietà internazionale.

Riservato agli operatori del settore, questo Salone ha riservato piacevoli sorprese: molti vini di qualità erano addirittura tra i 5 e i 6 euro. Una risposta intelligente all'attuale domanda che caratterizza il mercato. Cioè la reale possibilità di acquistare buoni vini nella grande distribuzione e di consumarli, a prezzi giusti, nel contesto della ristorazione. Enotecari e ristoratori dotati di sicura professionalità, ne sapranno trarre delle utili informazioni.

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Virgilio Pronzati, giornalista specializzato in enogastronomia e già docente della stessa materia in diversi Istituti Professionali di Stato...

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