Piazza Roma 9, Avio (TN) - Sala Auditorium della Cassa Rurale Bassa Vallagarina ad Avio
il 03 settembre 2010
LA ZONAZIONE IN TERRADEIFORTI
I risultati del lavoro di sperimentazione saranno presentati 3 settembre 2010 alle ore 18.30 presso la sala Auditorium della Cassa Rurale Bassa Vallagarina ad Avio (TN), Piazza Roma 9. Il convegno, moderato da Paolo Castelletti, già Presidente del Consorzio Tutela Vini Terradeiforti e Segretario Generale di UIV, vedrà le relazioni del Prof. Attilio Scienza (Università di Milano) su identità e vini di territorio, del dott. Duilio Porro (Centro di Trasferimento Tecnologico - Fondazione Edmund Mach–Istituto Agrario di San Michele all’Adige) su principali risultati dello studio e del Dott. Luca Toninato (Ager Sc Milano) in merito alla valorizzazione agronomica della vocazionalità del territorio della Terradeiforti.
Un lavoro durato anni, che ha coinvolto la Regione Veneto e la Provincia Autonoma di Trento, al quale si sono dedicati numerosi studiosi, tecnici ed agronomi: il risultato è un manuale che accompagnerà i vignaioli della Terradeiforti nelle loro scelte di campagna e fino in cantina. Una pubblicazione di fondamentale importanza per il Consorzio Tutela Vini Terradeiforti e per i viticoltori di questa valle del fiume Adige ricompresa nei comuni veronesi di Rivoli, Dolcè, Brentino Belluno e nel trentino Avio. In cui territorio e viticoltura si sono legati in binomio imprescindibile da una tradizione millenaria: già i Romani nel I secolo d.C. descrivevano le viti che si trovano lungo le strade consolari a nord di Verona.
« Il progetto di zonazione dell’area Terradeiforti per le varietà Enantio, Casetta, Pinot Grigio e Chardonnay» spiega Stefano Libera, presidente del Consorzio di Tutela Vini DOC Terradeiforti «fortemente voluto da Paolo Castelletti, fondatore del Consorzio Tutela Vini doc Valdadige Terradeiforti nel 2001, con un appassionato gruppo di vignaioli, è stato realizzato grazie ad un lavoro coordinato tra Regione Veneto, Veneto Agricoltura e la Provincia Autonoma di Trento, con l’aiuto tecnico della Provincia di Verona, presso il cui Centro per la Sperimentazione in Viticoltura di San Floriano sono state effettuate le microvinificazioni, dell’Istituto di San Michele all’Adige, dell’Ager di Milano e grazie all’impegno di studiosi, ricercatori ed operatori ai quali va la nostra gratitudine.
Così come alla Cassa Rurale Bassa Vallagarina, anch’essa sostenitrice sempre attenta delle attività che il Consorzio ha promosso sul territorio, attraverso un piano triennale di finanziamento, durato dal 2006 al 2008. Il Consorzio Tutela Vini Terradeiforti è impegnato nella promozione del legame dei propri vini alla tradizione, riscoprendo ed esaltando le due varietà autoctone, Enantio e Casetta, pur non trascurando le varietà internazionali, Pinot Grigio e Chardonnay, che qui hanno trovato una terra di adozione che ne esalta le peculiarità. Il lavoro svolto, con la scrupolosa identificazione delle macro e microaree che compongono il territorio della Terradeiforti, ognuna con caratteristiche pedologiche e climatiche diverse, porta ad una conoscenza integrale dell’ambiente di riferimento, condizione irrinunciabile per pianificare un’adeguata politica di sviluppo del territorio.
Il manuale d’uso del territorio costituisce, quindi, un importante strumento di lavoro per ogni vignaiolo della Terradeiforti che voglia trarre il meglio da questo territorio, in modo da caratterizzare l’offerta enologica come simbolo trainante dell’identità della nostra valle ancora incontaminata».
COS’E’ LA ZONAZIONE?
Parla Jacopo Cricco di AGER sc Agricoltura e Ricerca, coordinatore dei lavori di zonazione: Lo studio di zonazione della DOC Terradeiforti, svolto nel triennio 2005-2007, ha interessato un totale di 37 vigneti guida suddivisi in 4 varietà: Enantio con 10 vigneti, Chardonnay con 10 vigneti, Pinot grigio con 15 e Casetta con 2. La scelta delle aree in cui selezionare i vigneti guida si è basata su una griglia creata usando come parametri principali le unità di paesaggio e quindi l’altitudine, l’esposizione e l’inclinazione dei versanti. Nella scelta si è cercato di mantenere omogenee le caratteristiche di età, forma di allevamento, intensità di piantagione e di gestione in modo che i dati raccolti fossero ottenuti da una base il più omogenera possibile.
Su ognuno dei vigneti selezionati si sono rilevati, nel corso del triennio e durante tutta la stagione vegetativa, le fasi fenologiche di germoglia mento, fioritura, invaiatura e vendemmia; nel periodo della maturazione si sono acquisiti i dati necessari alla determinazione delle dinamiche evolutive dei parametri zuccheri, pH, acidità titolabile e, per le varietà a bacca rossa, si è valutata la maturità della materia fenolica; alla vendemmia, in ogni vigneto guida, sulle piante necessarie per ottenere il quantitativo d’uva occorrente alla microvinificazione sono stati misurati i parametri vegeto-produttivi quali il numero dei germogli fertili, il numero dei grappoli, la produzione d’uva e i parametri qualitativi delle uve quali zuccheri, pH, acidità titolabile, e per le cultivar a bacca rossa, anche una valutazione del colore.
Durante le potature invernali so sono raccolti i pesi del legno di potatura per la stima dell’equilibrio vegeto-produttivo delle piante. Infine per ogni vigneto si è provveduto in vendemmia a raccogliere circa 100 kg di uva da avviare alla micorvinificazione secondo un protocollo di lavorazione delle uve standardizzato e sui vini ottenuti si sono effettuate le analisi chimiche (rilevando alcol, Ph, acidità totale, zuccheri riduttori, acidi malico e tartarico, estratto netto, antociani e polifenoli totali, flavonoidi e flavonoidi non antocianici) e le analisi sensoriali attraverso l’utilizzo, da parte di un panel addestrato di degustatori, di schede parametriche strutturate. Le analisi chimiche sulle micro vinificazioni sono state realizzate dall’Istituto Agrario di San Michele all’Adige (Fondazione E. Mach), mentre le degustazioni sono state organizzate e realizzate da Veneto Agricoltura.
ZONAZIONE, IL SENSO DELL’IDENTITÀ IN TERRADEIFORTI
Parla il professore Attilio Scienza, Responsabile scientifico del progetto di zonazione viticola in Terradeiforti. «La zonazione? Quel “tradimento fedele” della tradizione che coinvolge nel processo di produzione dell’uva risorse “antiche” come il suolo, il clima, il vitigno, utilizzandole però attraverso i risultati dell’innovazione tecnologica che dalla nascita della “viticoltura moderna”, avvenuta con la ricostruzione postfillosserica, hanno consentito di offrire ai consumatori dei vini adatti al gusto e alle abitudini alimentari dei nostri giorni». Usa una metafora per descrivere la zonazione vitivinicola, il professore Attilio Scienza, Responsabile scientifico del progetto di zonazione viticola in Terradeiforti che ha coinvolto le varietà dei vitigni autoctoni dell’Enantio e Casetta nonché delle varietà internazionali Pinot Grigio e Chardonnay.
Attraverso la zonazione il territorio è stato suddiviso in sottozone, delimitate all’interno della Doc, con un preciso profilo sensoriale del vino e viceversa, in modo quasi istintivo, come facciamo quando riconosciamo una persona dai tratti salienti del suo viso o un quadro famoso dall’insieme delle sue caratteristiche cromatiche e tipologiche.
ZONAZIONE COME STRUMENTO PER DIFFONDERE LA QUALITA’ «Questa terra di “confine” racconta il professore Attilio Scienza «rappresenta una cerniera tra la viticoltura del Trentino e quella del veronese non solo in termini culturali,ma anche pedoclimatici al punto da essere non una periferia ma una «terra di mezzo», originale e con interessanti prospettive». Uno sviluppo, sottolinea Scienza, non solo legato ai vitigni tradizionali (Pinot Grigio,Chardonnay) ma anche a quelli antichi, Enantio in primis. «La grande varietà di esposizioni ed altitudini, accompagnata da suoli molto vari, penso alle sabbie del fondovalle a quelli calcarei dei conoidi e grossolani delle morene glaciali, consente la produzione di vini dalle caratteristiche sensoriali molto articolate».
Ora, però, è necessario sviluppare una cultura della qualità sia nelle cantine sociali che nei piccoli viticoltori affinché queste differenze possano emergere con la delimitazione delle sottozone e la vinificazione di partite di uva dalle caratteristiche omogenee. «Gli strumenti più efficaci nell'ambito della valorizzazione della DOC Terra dei Forti sono delle lezioni mirate ai viticoltori,delle visite di studio in zone viticole che da tempo applicano i risultati della zonazione,degustazioni guidate dei vini della zona e come si dirà di seguito,con la validazione della zonazione».
ZONAZIONE COME PUNTO DI PARTENZA «E’ necessario diffondere i risultati presso i viticoltori e le cantine sociali» riprende Scienza «in modo che dalla zonazione, attraverso la delimitazione di sottozone omogenee, si sviluppino dei vini con delle denominazioni che richiamano i toponimi delle sottozone da indicare in etichetta».
Non solo. «Attraverso la creazione di vigneti sperimentali si validano le risultanze delle zonazioni relativamente alla scelte dei portinnesti più adatti, alle diverse tipologie di suolo e di vino che si vuole produrre, i cloni dei diversi vitigni raccomandati, le forme d'allevamento e le densità di impianto per produrre uva di qualità riducendo i costi di produzione».
Da questi campi, attraverso la microvinificazione delle uve, le degustazioni guidate dei vini prodotti dovrebbero costituire delle importanti occasioni di incontro per i viticoltori al fine di verificare assieme, almeno una volta l'anno, la bontà delle scelte agronomiche e genetiche fatte. Queste nuove iniziative potrebbero essere oggetto di un finanziamento specifico delle banche locali ed essere seguite dalla cooperativa universitaria Ager che ha condotto concretamente la zonazione».
IL VALORE DEL VIGNETO. «La zonazione vitivinicola ha come assoluto protagonista il vigneto». Non ha dubbi il professore Attilio Scienza. «Il potenziale metaforico che possiede un vigneto è molto forte. Questo trasferimento delle sensazioni dal paesaggio concreto verso l’immaginario è una procedura consueta operata in un vigneto». Il vigneto, sottolinea il professore, è prima di tutto una metafora di grande equilibrio: per l’immagine che affiora da una natura antropizzata, di un’armonia tra l’uomo e la pianta, una sorta di complicità. Ma è anche una metafora eloquente di dinamismo. «Il paesaggio è portatore di entusiasmo, ma nello stesso tempo di rigore e di stabilità che conforta e stimola il consumatore».
Attenzione, però, dice Scienza, ai risvolti negativi «di un paesaggio poco rispettato o di un vigneto mal tenuto: possono esprimere un conflitto irrisolto tra modernità e natura o essere portatori di un messaggio negativo. Lo studio dei paesaggi viticoli, per il loro carattere fortemente identitario, nelle implicazioni connesse alla qualità del vino, è sempre meno orientato verso gli aspetti deterministici ed economici e sempre più legato ai contenuti culturali, all’organizzazione sociale, al progresso tecnico-agronomico».
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