Il Consorzio tutela vini di Orvieto, forte del nuovo disciplinare e di un ritrovato equilibrio, indica le priorità per uscire dalla crisi.
Il rinnovato consiglio di amministrazione del Consorzio tutela vini di Orvieto, a poche settimane dal suo insediamento, ha iniziato ad affrontare, con ritrovato equilibrio e spirito costruttivo, la difficile situazione in cui versa il comparto vinicolo. L’intento è rilanciare il mercato dell’Orvieto, a vantaggio ovviamente dell’intera filiera produttiva. Per far questo il nuovo gruppo dirigente del Consorzio, nel primo consiglio del mese di settembre, ha individuato una serie di priorità sulle quali è aperto adesso il confronto con i soci.
Come non partire dalla principale novità normativa contenuta nel disciplinare che assegna all’Orvieto un autentico primato nel panorama nazionale? Le ultime modifiche al disciplinare della Doc Orvieto, infatti, hanno introdotto la nuova tipologia Orvieto Doc “Muffa Nobile”. “Siamo ora l’unico vino Doc in Italia che può proporre sul mercato questo tipo di prodotto – dichiara Luigi Barberani, presidente del Consorzio – è quindi una grande opportunità data a tutte le aziende per proporre un vino di alto livello qualitativo che può contribuire a qualificare tutta la nostra produzione”.
Se la “Muffa nobile” dell’Orvietano si fregerà quest’anno per la prima volta della Denominazione Doc, il Superiore è invece una tipologia già utilizzata da anni, ma non ancora adeguatamente valorizzata. Le cose, però, stanno per cambiare. Il Consorzio sta verificando la possibilità di richiedere, per questa tipologia, la Denominazione di Origine Controllata e Garantita oppure l’“imbottigliamento in zona” o entrambe. “È un’iniziativa per cercare di riposizionare questo nostro prodotto nella fascia commerciale della ristorazione – enoteche – winebar dove raramente è presente oramai da tempo – spiega il presidente Barberani -. Anche questo deve contribuire a valorizzare tutta la nostra produzione”.
Infine, il cda del Consorzio tutela vini di Orvieto ha espresso anche l’auspicio che per la commercializzazione dello “sfuso” tornino ad essere praticati prezzi diversi a seconda della diversa qualità del prodotto. Un ritorno al passato quando questo già avveniva e un modo per valorizzare le zone e le produzioni migliori.
“Sono iniziative che dovrebbero conferire una nuova immagine alla nostra produzione. L’obiettivo che ci prefissiamo – conclude il presidente Barberani - è quello di riportare l’Orvieto in una fascia di prezzo remunerativa, raggiungere l’equilibrio domanda-offerta che, gradualmente nel tempo, assicurerà effetti positivi sulla redditività del prodotto per l’intera filiera, a partire proprio dai produttori”.
Per informazioni:
CONSORZIO TUTELA VINI DI ORVIETO
Web: www.consorziovinidiorvieto.it
Tel: 0763.343790
Fax: 0763.394980
Fonte news: Consorzio Tutela vini di Orvieto
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