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In Italia divieto di pesca del pesce spada per 2 mesi, di Redazione di TigullioVino.it

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In Italia divieto di pesca del pesce spada per 2 mesi

di Redazione di TigullioVino.it

E’ partito il primo ottobre il divieto di pesca per due mesi del pesce spada nei mari italiani. Le attività sono bloccate fino al 30 novembre in base ad una raccomandazione Iccat, l'organizzazione mondiale di pesca per i grandi migratori dell'Atlantico, recepita e resa obbligatoria dalla Ue fino allo scorso anno. Il ministero delle Politiche agricole ha disposto una circolare che impone ai pescatori il fermo biologico e la Commissione Ue plaude alla decisione italiana, fugando i dubbi sull'illegittimità del provvedimento in mancanza di un pronunciamento europeo.

''La raccomandazione della Commissione internazionale per la pesca del tonnidi (Iccat), e' direttamente applicabile in tutti gli Stati membri, anche se non recepita nell'ordinamento comunitario con un apposito regolamento Ue'', ha dichiarato la Commissione europea all'ANSA, a Bruxelles. Sull'applicazione del fermo pesca fonti della Commissione europea a Bruxelles hanno tenuto a spiegare che, la raccomandazione dell'Iccat di applicare un fermo pesca di due mesi per il pesce spada, a partire dal primo ottobre, ''è entrata in vigore il primo giugno 2010 per tutte le parti contraenti, cioè l'Ue e i relativi Stati membri''. Inoltre, ''la Direzione generale 'Mare' alla Commissione europea, con una lettera inviata il 21 maggio scorso, ha ricordato agli Stati membri che in assenza di una 'trasposizione' della raccomandazione Iccat in legge europea, l'Ue in quanto parte contraente ha l'obbligo di assicurarsi che le disposizioni vengano applicate''.

E questo, proseguono le fonti dell'Esecutivo Ue, ''in conformità all'articolo 216 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in cui si sottolinea che gli obblighi internazionali impegnano gli Stati membri anche in assenza di atti di recepimento interno''. Si tiene poi a ricordare, ''che la raccomandazione dell'Iccat è stata adottata anche dal Consiglio regionale per la pesca del Mediterraneo (responsabile pure per il pesce spada), ed è entrata in vigore lo scorso 8 settembre''. Ora Bruxelles dovrà accertare che gli Stati membri interessati rispettino le disposizioni adottate nel quadro dell'organizzazione internazionale.

Ma Federcoopesca-Confcooperative avverte che il fermo delle catture di pesce spada costerà all'Italia circa 13 milioni di euro; e questo a fronte di un giro d'affari annuale di 54 milioni euro, compreso l'indotto. Federcoopesca-Confcooperative si è basata sulle catture degli anni precedenti; in pratica nei due mesi di inattività non verranno pescate 562 tonnellate di pesce, per un valore di 23 euro al chilo. L'Italia, ricorda l'associazione, si conferma essere il paese con la più alta percentuale di spada pescato nel Mediterraneo con il 45% del totale, seguita da Marocco (19%), Spagna (10%) e Grecia (10%); il 50% delle catture avviene nei mesi più caldi, da fine maggio a fine settembre, principalmente al largo delle coste tirreniche e ioniche. In vista del fermo pesca dei prossimi due mesi, secondo la Federcoopesca, occorre fare attenzione al prodotto che si troverà nei ristoranti e nei mercati, che non potrà che essere di importazione; ogni anno infatti arrivano in Italia oltre 5mila tonnellate di spada, per un valore 44.243 euro.

Francia, Spagna e Grecia - osservano le associazioni dei pescatori - hanno già adottato autonomi provvedimenti di blocco ma non Malta e la Croazia, con evidenti disparità di trattamento tra le flotte europee, che rischiano non solo di turbare gli equilibri sui mercati, ma anche di esasperare tensioni per un segmento già in forte crisi e, soprattutto, di avere effetti controproducenti sulla tutela delle risorse.


Fonte news: Ansa

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