Ormai il passato è passato e la Maremma non è più l'amara terra ricordata dalla struggente canzone; è una terra diversa, grazie alla bonifica integrale dell'area, condotta nel secondo dopoguerra dall'Ente Maremma e grazie anche alla viticoltura, che si è sviluppata successivamente e che oggi vede fiorire nella zona del pre - parco la Denominazione di Origine Controllata Morellino di Scansano, mentre è in attesa di Denominazione il vino Maremma, per esprimere anch'esso le eccellenti potenzialità della zona.
Nonostante gli imponenti interventi la Maremma ha mantenuto inalterata, grazie anche alla sapiente gestione delle amministrazioni, la sua bellezza peculiare, fatta di un carattere selvaggio e rude.
Non solo, la Maremma non è, come si può pensare, una terra dal paesaggio uniforme, sono molteplici gli aspetti naturalistici che la caratterizzano e che permettono al visitatore di spaziare dalla costa selvaggia delimitata dalla profumata macchia mediterranea - a ragione inserita nel territorio tutelato dall'omonimo Parco Regionale della Maremma - all'estensione a perdita d'occhio dei coltivi e dei pascoli dove le idrovore si stagliano nette contro un cielo quasi sempre di colore blu cobalto, dalle creste collinari, ai laghi e alle lagune, dalla pianura alla montagna.
Il territorio tutelato dall'Ente Parco si scioglie lungo la costa tirrenica, da Principina a Mare ad Alberese - da cui si accede, percorrendo proprio la via Aurelia, e dove fa accoglienza un attrezzato centro visite con minibus che portano fino all'inizio dei vari itinerari - fino alla baia di Talomone.
Sono circa 9.000 gli ettari interessati, tagliati dal fiume Ombrone che divide il territorio sotto tutela in due parti. A nord del fiume vi sono le paludi della Trappola e a sud si erge invece la catena dei Monti dell'Uccellina, di cui Poggio ai Lecci, con i suoi 417 metri d'altezza, costituisce sicuramente la cima più alta.
Nel territorio del parco opera anche l'Azienda Regionale dell'Alberese, dove sono allevati allo stato brado centinaia di capi di mucche e cavalli, che sono oggetto di coninua selezione e ricerca per il miglioramento della razza e oggi rappresentano davvero un patrimonio genetico di enorme valore scientifico. Ai primi di marzo, sia nelle tenute private che nell'Azienda dell'Alberese, è possibile assistere alla "merca" del bestiame brado, secondo un'antica tradizione che si ripete ogni anno. Con quest'operazione, infatti, che consiste nel marchiare a fuoco le iniziali della fattoria e l'anno di nascita del soggetto, viene rivendicata da parte dell'imprenditore la proprietà sui vitelli e puledri allo stato brado.
Il parco della Maremma tutela anche gli estesi pascoli delle vacche maremmane, i bovini bianchi con le corna grandi a forma di lira, dalla straordinaria robustezza, accuditi dai butteri a cavallo, che, come un secolo fa, li seguono e guidano. Originari delle steppe asiatiche, questi splendidi esemplari si sarebbero diffusi in Europa e Italia sin dal tempo degli Etruschi, e sul ceppo originario, in seguito, si sarebbe innestato il sangue di bovini Podolici giunti al seguito delle invasioni barbariche. Sarebbe nata così, da questo incrocio, la razza Maremmana, adattandosi nel corso dei secoli, all'ambiente paludoso e malarico della Maremma.
I butteri, insieme ai capi accuditi, sono protagonisti di queste terre, intabarrati d'inverno nel loro giaccone, cappello e telo cerato di lino cotto per difendersi dalle intemperie; si vedono cavalcare tra i recinti del bestiame muniti dell'inseparabile uncino che consente loro di aprire e chiudere i cancelli con inconfondibile disinvoltura.
Acquacotta maremmana
6 grosse fette di pane toscano raffermo, 4 cipolle, 500 g di pomodori maturi, 6 uova, 150 g di pecorino grattugiato, 2 gambi di sedano, 6 foglie di basilico, 1,5 l di brodo di carne o vegetale, 2 spicchi d'aglio, olio extra vergine di oliva, pepe nero, sale
Mettete in pentola le cipolle e il sedano affettati finissimo con l'olio e fateli ammorbidire a fuoco moderato, aggiungete i pomodori a listarelle, salate, pepate e cuocete fino a ottenere un sughetto abbastanza denso. Allungate ancora con il brodo e cuocete per una ventina di minuti a fuoco vivace. Preparate intanto tre ciotole individuali con una fetta di pane strofinata d'aglio e cosparsa di pecorino e basilico sforbiciato sul fondo di ciascuna. Mantenendo la zuppa sul fuoco versatevi una alla volta le uova aiutandosi con un cucchiaio per mantenerle comnpatte e cuocetele per tre minuti. Estraetele man mano che sono cotte con la schiumarola poggiandole sulle fette di pane. Completatele dividendo tra le ciotole la zuppa bollente.
Parco Regionale della Maremma
Via del Bersagliere 7/9 Alberese di Grosseto (GR)
Tel. 0564.407111 Fax 0564.407292
Web : www.parco-maremma.it
E-mail : info@parco-maremma.it
Iole Piscolla scrive da anni di turismo ed enogastronomia. E’ un tecnico di Strade del vino e da tre anni dirige il Centro Studi e Servizi alle...
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