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Strade del Vino

Strada del Vino Colli di Maremma

di Iole Piscolla

La Maremma si fa riconoscere per la natura selvaggia e un cielo sempre terso che si dilata fino al mare in una spettacolare continuità. Questo cielo fa da contrappunto al giallo delle ginestre, il rosso pompeiano delle tegole dei tetti e l'ocra del tufo. Terra del brigantaggio fra Grosseto e Viterbo, delle riforme agrarie volte alla riqualificazione complessiva dei latifondi, delle storie di butteri impegnati nella salvaguardia della razza Maremmana.

La Maremma dipinta e rappresentata dalla omonima Strada dei Vini, si presenta integra nel suo passato di natura selvaggia e di luogo di cultura e spessore storico. L'Etruria ha infatti lasciato, più di ogni altra epoca, un'impronta permanente in questi luoghi. Terra etrusca, dunque, ma anche di transiti e di colonizzazioni. Di aree un tempo fortemente paludose, ed oggi offerte ad un turismo di largo respiro. Rimangono oggi le leggende a raccontare la Maremma di una volta. E le attività di allevamento zootecnico. Un tempo, narrano i canti popolari, addentrarsi nell'aspra Maremma era un insidioso terno al lotto: la "mal'aria", infatti, diffusissima nella zona, era sempre in agguato.

Un ricordo ormai lontano per questa terra rigogliosa e dal clima mite, definita "nuova frontiera del turismo verde". È questo il lembo di Toscana, lungo la fascia costiera, in cui si rincorrono colline e pinete e dove la Strada attraversa i comuni di Monte Argentario, Orbetello, Pitigliano, Capalbio, Grosseto, Magliano in Toscana, Scansano, Manciano, Campagnatico, Semproniano, Roccalbegna, Isola del Giglio e Sorano. Con un occhio alle indicazioni turistiche ed uno alla immensa quantità di strutture alberghiere ed extralberghiere caratterizzanti questi territori battuti dai più, si scorgono ugualmente i caratteri di una vegetazione un tempo assai più rigogliosa e spettacolare. Tra le zone rimaste a macchia si trovano ancora tassi, volpi, istrici e anche cinghiali, sebbene questi ultimi siano frutto di "lanci" effettuati dalle associazioni venatorie e quindi non siano esemplari indigeni.

Al confine tra la Toscana ed il Lazio, si erge su un costone di tufo Pitigliano. Qui il tufo è il vero signore di ogni architettura rurale, con case e cantine scavate sino a varie decine di metri a strapiombo sui fossi Lente, Procchio e Meleta, ingentilite dai grandi archi dell'acquedotto del Cinquecento costruito per volere di Gian Paolo Orsini. L'abbondanza di acque e la posizione alta e ben difendibile del poggio rupestre hanno contribuito infatti alla nascita e allo sviluppo di piccoli agglomerati che sono poi cresciuti in modo fecondo. Per apprezzare appieno la suggestione di Pitigliano occorre osservarla da lontano, ovvero o dalla Madonna delle Grazie o anche dalla strada per Sovana.

La torre longobarda, con la punta merlata, troneggia con la sua incontrastata presenza d'altri tempi. Pitigliano è un piccolo, ma unico e assai caratteristico, villaggio definito anche, dai più, come "La piccola Gerusalemme", in quanto ricorda la Gerusalemme ed una presenza secolare della comunità ebraica. Un tempo Pitigliano era sede dell'Università Ebrea. Qui, da alcuni anni, la cultura ebraica sta vivendo un secondo rinascimento in quanto vengono restaurati e ripristinati luoghi sacri quali la Sinagoga, il "forno di asimo" il cimitero ebreo, il ghetto ebreo, oltre a dare l'opportunità di produrre in loco il famoso vino Kasher, la cui base viticola è il Bianco di Pitigliano a denominazione di origine. La visita ad un luogo così carico di misticismo richiede alcune ore e senza fretta alcuna. Le strade del paese ben lastricate permettono di giungere a vedere Palazzo Orsini, la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, le colonne dell'acquedotto. La topografia del paese riproduce l'originario impianto antico, organizzato su due vie principali, disposte a ferro di cavallo: Corso Roma e la parallela via Zuccarelli.


Parco della Maremma
Occupa circa 9000 ettari tagliati dal fiume Ombrone che lo divide in due parti: a Nord del fiume restano le paludi della Trappola e a Sud la catena dei monti dell'Uccellina, la cui cima più alta è costituita da Poggio ai Lecci con 417 metri di altezza. Monti ricoperti oggi da una fitta vegetazione forestale, mentre la parte inferiore delle pendici, nella zona più orientale, è stata nel passato disboscata per fare posto a pascoli e uliveti.

Allo stato odierno il tipo di bosco più diffuso nel parco è il forteto, costituito da un insieme di specie arbustive ed arboree in cui predominano il leccio, la più tipica delle querce mediterranee, il corbezzolo, la fillirea, l'erica, il lentisco, il terebinto. Il Parco della Maremma è ubicato lungo il litorale del Tirreno da Principina a mare fino alla baia di Talamone. Vi si accede dalla via Aurelia, precisamente da Alberese. Pochi chilometri più a nord, in prossimità di Castiglione della Pescaia, sorge la palude di Diaccia Botrona, una tra le più belle e interessanti zone umide d'Italia.


Le 6 denominazioni di origine
Il territorio della Strada è comprensivo di ben sei denominazioni. Il Morellino di Scansano, che si ottiene nella fascia collinare della provincia di Grosseto, tra i fiumi Ombrone e Albegna e che include l'intero territorio del comune di Scansano e parte di quelli dei comuni di Manciano, Magliano in Toscana, Grosseto, Campagnatico, Semproniano e Roccalbegna. Il Bianco di Pitigliano, vino dal colore paglierino che si ottiene con le uve che maturano nella fascia di terreni di origine vulcanica, che dal Lago di Bolsena si protendono verso Pitigliano.

Un vino amato dallo stesso Granduca Pietro Leopoldo che nel 1700 esaltava questo bianco e la terra di Pitigliano "ariosa, ventilata ed in posto molto sano!" L'Ansonica Costa dell'Argentario, vino bianco dal colore paglierino, più o meno intenso, che viene prodotto nelle zone collinari, pedecollinari e insulari della parte meridionale della provincia di Grosseto ed in particolare nei territori dei comuni di Manciano, Orbetello e Capalbio, nonché nell'intera area dei comuni dell'isola del Giglio e del Monte Argentario; con le uve di Ansonica ed eventualmente quelle di altri vitigni "raccomandati" o autorizzati per un massimo del quindici per cento. Parrina ha una zona di produzione situata in parte del territorio del comune di Orbetello, comprendente la località denominata La Parrina, dalla quale ha preso la denominazione.

Capalbio ha invece come zona di produzione parte dei territori amministrativi dei comuni di Magliano in Toscana, Orbetello, Manciano e Capalbio. La zona di produzione della denominazione Sovana coincide prevalentemente con quella del Bianco di Pitigliano, interessando il territorio dei comuni di Pitigliano, Sorano, e parte del comune di Manciano, fino al confine della denominazione del Morellino di Scansano.


Strada del Vino Colli di Maremma

Associazione Strada del Vino Colli di Maremma

Sede Legale
Palazzo Pretorio - Piazza del Pretorio, 4 - 58054 Scansano (GR)
Tel/Fax: 0564/507381

Sede Operativa
Piazza Garibaldi, 51 - 58017 Pitigliano (GR)
Tel/Fax. 0564/617111
www.collidimaremma.it
collidimaremma@tiscali.it

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Iole Piscolla scrive da anni di turismo ed enogastronomia. E’ un tecnico di Strade del vino e da tre anni dirige il Centro Studi e Servizi alle...

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