La firma del decreto del Ministero delle Politiche Agricole sul nuovo sistema dei controlli per i vini Dop e Igp, frutto del mancato accordo della Conferenza Stato-Regioni, è arrivata con il via libera alla misura da parte del Consiglio dei Ministri, e la filiera del vino si prepara alla novità, soprattutto in materia di controlli sui vini Igp (non più fatti dall’Icqrf del Ministero ma da enti terzi e, a campione, anche in vigna e in cantina e non più solo in via documentale, come anticipato da WineNews), e che, come ha ricordato in una nostra intervista il consigliere delegato di Valoritalia, Ezio Pelissetti, “non inciderà in maniera sensibile sui bilanci delle aziende (4 delle vecchie lire al litro è il costo stimato, ndr)”.
Ma qual è effettivamente il sentiment dei produttori? Lo abbiamo chiesto al presidente dell’Unione Italiana Vini, Lucio Mastroberardino, che vive il cambiamento con assoluta tranquillità: “non ci sentiamo assolutamente preoccupati. Come ho scritto al Ministro Catania, origine ed identità sono i capisaldi della catena del valore della filiera italiana, per cui garantire autenticità e integrità di questi due valori è un principio irrinunciabile. E, aggiungo, deve essere un caposaldo di assoluta credibilità, non possiamo permetterci il lusso di perderlo, per cui se vogliamo che identità ed origine continuino ad essere il fondamento della catena di valore anche per il vino, il sistema dei controlli che abbiamo implementato tutti insieme (dopo un anno e mezzo di lavoro che ha coinvolto davvero tutti i segmenti della produzione e dell’amministrazione), è un fatto fondamentale, il segno di una filiera responsabile e matura che assume la responsabilità, non solo nei proclami ma anche nei fatti”.
Un nuovo sistema di controlli, quindi, per essere ancora più forti e credibili sui mercati esteri: “quando ci troviamo nei tavoli internazionali a parlare dell’autenticità del vino italiano, non possiamo accontentarci di dichiararlo, ma dobbiamo poterlo dimostrare, perché ci rafforza e consolida la nostra immagine”. E da un punto di vista meramente economico, l’importante “è che non siano un costo di burocrazia, ma un investimento per la tutela del valore del vino italiano, è in questi termini che vanno visti. E poi dobbiamo avere un approccio evolutivo: come in qualsiasi cosa che riguarda un’azienda, si può sempre migliorare e raggiungere livelli di efficienza maggiore a costi inferiori”.
Fonte news: Winenews
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