Dove siamo
Partiamo dall'inizio affermando che non si intraprende alcuna strada senza la passione. Proprio la passione per il vino ci ha fatto avvicinare, durante i nostri frequenti soggiorni in terra magiara, al mondo del vino ungherese. In un primo momento , trovandoci spesso a girare il paese , abbiamo cominciato ad acquistare il vino per il nostro piacere personale e per condividerlo con parenti ed amici una volta tornati in Italia ed e' proprio il successo riscosso da chi non aveva neppure idea che in Ungheria si producesse il vino che ci ha spinto a pensare: "Perche' non far conoscere agli Italiani questo favoloso prodotto unitamente alla storia ed alle tradizioni Ungheresi?"
È la seconda volta che degustiamo i vini di quest’azienda importatrice. Come nella precedente occasione, i vini sono risultati validi per la quasi totalità. Buoni i due bianchi secchi: ancor giovane il Rizling, pronto ma addirittura del 2006, l’IQ. Solido e di carattere il Villàny Syrah, simile ad un Chateauneuf du Pape. Onesto, generoso ma nella norma il Kadarka. Dulcis in fundo con Katinka e Tokaji Aszù. Il primo, una vendemmia tardiva, è di buon livello qualitativo e dall’ottimo rapporto prezzo-qualità. Il secondo, pur giovane, è già ottimo. Sara grande tra 6-7 anni.
Cosi' eccoci qua a proporvi una meticolosa selezione di vini ungheresi provenienti dalle piu' importanti regioni di produzione. Abbiamo selezionato e visitato personalmente tutti i produttori,visitato le cantine ed i vigneti,ascoltato le "storie del vino" che hanno voluto raccontarci per potervi offrire un assaggio della parte migliore dell'Ungheria una splendida terra che offre splendidi vini.
Considerazioni di TigullioVino
Febbraio 2011
Il vino Tokaji è ormai sinonimo d’Ungheria. Fa senz’altro parte dei vini tra i più noti del mondo. Il primo della lista (Koverszolo), è di gran personalità e dall’ottimo rapporto qualità-prezzo. Il vino ideale col foie gras. Il 2000 Aszù 4 Puttonyos esprime più finezza che struttura, ma di ottimo equilibrio. Il 2005 Aszù 5 Puttonyos, pur valido, non ha raggiunto un certo equilibrio. Di ottimo livello l’altro 2005 Aszù 6 Puttonyos che, seppur giovane, dimostra di avere tutte le qualità intrinseche del Tokaji. Ma l’Ungheria non è solo Tokaji. Da oltre tre lustri, il vini bianchi e rossi dell’Eger, Badacsony e Villany sono notevolmente cresciuti in qualità.
Dicembre 2011
È la seconda volta che degustiamo i vini di quest’azienda importatrice. Come nella precedente occasione, i vini sono risultati validi per la quasi totalità. Buoni i due bianchi secchi: ancor giovane il Rizling, pronto ma addirittura del 2006, l’IQ. Solido e di carattere il Villàny Syrah, simile ad un Chateauneuf du Pape. Onesto, generoso ma nella norma il Kadarka. Dulcis in fundo con Katinka e Tokaji Aszù. Il primo, una vendemmia tardiva, è di buon livello qualitativo e dall’ottimo rapporto prezzo-qualità. Il secondo, pur giovane, è già ottimo. Sara grande tra 6-7 anni.
Aprile 2012
I vini ungheresi sono gradualmente saliti di livello, tanto da ritagliarsi piccoli ma qualificati spazi di mercato. La loro presenza si può notare nelle vetrine e sugli scaffali di qualificate enoteche di grandi Paesi europei. Ma anche in Italia qualcosa si muove. La realizzazione di serate con degustazioni di vini magiari riscuote sempre più consensi. A trainare l’enologia ungherese, è ancora una volta il mitico Tokaji nella versione dolce. Il Tokaji, in particolare l’Aszu, definito come per il Barolo, Re dei vini e vino dei Re, mantiene carisma e qualità. Per la quinta volta assaggiamo i vini di quest’azienda importatrice. Lo Chardonnay possiede caratteri varietali e discreto equilibrio. Il Cabernet Sauvignon, benché un po’ morbido, si esprime validamente sia all’olfatto che in bocca. Poi la sorpresa: l’Amicus. Un Tokaji vendemmia tardiva di buon pregio e dal prezzo onesto. Su tutti, il Tokaji Aszù 4 Puttonyos. Un signor vino che, seppur giovane, conferma virtù non comuni: bouquet ampio e complesso, struttura, continuità e carattere.