La coltivazione della vite in Puglia risale a moltissimi anni fa, circa il 2000 a.C. e precedette i contatti fra le popolazioni pugliesi e i mercanti fenici. Lo sviluppo prosegue poi con l'arrivo dei greci prima e dei romani in seguito. Anche Orazio ne scrive indicando come i vini di Taranto "non hanno nulla da invidiare alle uve di Falerno" e in quei tempi il Falerno era il vino più importante. Nel 1870 a seguito della devastante fillossera che colpì l'Europa vinicola, i vini pugliesi vennero richiesti in quantità dalla Francia dove c'era carenza e da allora molta produzione è servita come vino da taglio per aumentare la gradazione alcolica in annate difficili. Nel giro di una decina di anni la coltivazione della vite triplicò. La prima DOC si ha nel 1968 con i vini di San Severo e nel 1969 due grandi vini bianchi, Locorotondo e Martina Franca e poi via via negli anni tutte le altre DOC che oggi conosciamo. La Puglia produce circa un terzo del totale del vino italiano. Il territorio è per il 2% montuoso, il 45% collinare e il restante 53% pianeggiante. I terreni del Tavoliere sono alluvionali costituiti da argilla e sabbia. I terreni coltivati sono calcarei e tufacei con terreno permeabile, fresco e ricco di ferro infatti si nota la colorazione rosso scura anche in superficie. I fiumi non hanno grande rilevanza anche a causa del terreno e della poca piovosità generale. Il clima è tipicamente mediterraneo con tempo bello e stabile per molti giorni all'anno. Le piogge sono limitate e quasi esclusivamente nei periodi invernali. L'agricoltura pugliese si basa molto sulla vite e sull'ulivo e questa è anche una caratteristica del paesaggio; spesso la vite è allevata ad alberello. La zona dove il terreno e il clima rendono migliori le uve è quello della zona tra Taranto, Brindisi e Lecce. I vitigni più coltivati sono negroamaro e primitivo. Altri vitigni a bacca nera sono bombino nero, malvasia nera, uva di Troia e Aleatico. Tra quelli a bacca bianca chardonnay, bombino bianco, malvasia e trebbiano toscano. Da ricordare anche alcuni vitigni autoctoni che stanno avendo un interessante riscoperta sul territorio e cioè notar domenico, sussumaniello, ottavianello, impigno, cococciola, pampanuto e verdeca. Da segnalare due vini dolci particolari e cioè il Moscato di Trani da uve moscato bianco e l'Aleatico di Puglia da aleatico, primitivo, negroamaro e malvasia nera.