I greci battezzarono i popoli di queste terre Enotri proprio per la loro cura nella coltivazione della vite. Però furono i greci poi a migliorare i metodi di coltura dove Sibari, Crotone e Locri erano le zone di maggiore produzione. Con i romani ci fu una parziale diminuzione dell'importanza di questi vini ma vennero introdotti anche vitigni nuovi. La prima DOC fu il Cirò nel 1969 seguita da Donnici, Pollino e Savuto nel 1975 e di seguito poi le altre. Alle viti è riservato poco spazio nella regione e infatti nell'insieme dei prodotti agricoli la vite conquista solo il 3% circa della produzione totale. Il terreno è montuoso per il 42%, collinare per il 50% e pianeggiante per l'8%; di origine antica, poco consistente e poco fertile. La zona del Pollino è invece calcarea-argillosa. Il clima è mediterraneo e influenzato dai due mari da cui è bagnata la regione. La zona della Sila è invece continentale. Le precipitazioni sono abbondanti nell'interno e molto scarse nelle pianure e sulla costa. Il vitigno più coltivato è il gaglioppo, presente nella maggior parte dei vini calabresi rossi. Altri vitigni a bacca nera sono nerello mascalese, magliocco canino, nocera e greco nero; tra quelli a bacca bianca greco bianco, guarnaccia e malvasia bianca. I vini della regione sono noti per la loro forza alcolica e gli intensi sapori. Un vino molto interessante è il Greco di Bianco, prodotto nel comune di Bianco, in provincia di Reggio Calabria, vino dolce prodotto da uve greco bianco.