I primi coltivatori di vite della regione si fanno risalire al 6000 a.C. e vivevano nella zona vicino a Belluria, almeno così ci dicono le fonti archeologiche anche se poi, i primi reperti legati al vino sono molto più "recenti" e cioè si possono datare attorno al 1700 a.C. I primi veri coltivatori della vite furono sempre gli Etruschi che crearono enormi distese di filari di viti nella zona vicino a Faenza, questa notizia ci arriva da resoconti romani dell'epoca che esaltano la perfezione e la bellezza delle colture oltre che i grossi quantitativi. E' però con il medioevo che la produzione di vino divenne importante ed è poi con il passare degli anni che il vino acquista un ruolo fondamentale nella regione. La prima DOC si ha nel 1967 e la prima DOCG d'Italia fu proprio l'Albana di Romagna. Dopo il Veneto, è la regione che ha la maggiore produzione di vino in Italia. Il territorio è vario, 48% pianeggiante, 27% collinare e 25% montuoso. Anche il clima è diverso da zona a zona, i fiumi non hanno una grande rilevanza per la coltivazione della vite, il mare invece influisce positivamente in Romagna. Nella pianura a nord l'uva è coltivata principalmente per la produzione di distillati (molte le aziende nei dintorni di Bologna). Nelle colline a Nord troviamo il Labrusco nelle sue diverse tipologie o i vini dei Colli di Piacenza e Parma spesso mossi o amabili. Il vitigno più importante e tra i più utilizzati è il sangiovese, ma non si può non ricordare l'albana. Tra i vitigni a bacca rossa i più coltivati sono cabernet sauvignon, barbera, lambrusco oltre agli autoctoni canina nera, terrano, fortana e ancellotta; tra i vitigni a bacca bianca sauvignon, trebbiano, malvasia, pinot bianco e gli autoctoni albana, ortrugo, pignoletto e montù. Da ricordare che nelle province di Modena e Reggio Emilia si coltivano alcune varietà come ad esempio Trebbiano, Lambrusco e Occhio di Gatta solo per la produzione di Aceto Balsamico Tradizionale, una specialità che tutto il mondo ci invidia.