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Il vino del mese - Maggio 2005
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Brunello di Montalcino Docg Vigna di Pianrosso 1998 Tenuta Ciacci Piccolomini d'Aragona di Giuseppe Bianchini Via Borgo di Mezzo n. 62 Loc. Castelnuovo dell'Abate 53020 Montalcino (SI) Tel. 0577.835616 Web : www.ciaccipiccolomini.com E-mail: info@ciaccipiccolomini.com Alcol : 14 gradi - Vitigni : sangiovese 100% - Bottiglia : 0,75 l Otto secoli di nobilità "pesano" su questo vino, secoli di storia importante - quella del Palazzo seicentesco un tempo sede vescovile, ma anche quella della famiglia Ciacci Piccolomini d'Aragona, che ha dato i natali ad un Papa, Pio II, al secolo Enea Silvio - che hanno segnato la vita della Toscana e non solo. Con l'estinguersi del casato, nel 1985 la proprietà è passata in eredità a Giuseppe Bianchini e alla sua famiglia, che da allora stanno portando avanti con passione e tenacia le tradizioni e la cultura di cui oggi si trovano depositari. Attualmente l'azienda posiede circa 200 ettari, 35 dei quali a vigneto, 40 a oliveto e il resto a seminativo, bosco e pascolo. Le varietà coltivate sono ovviamente sangiovese grosso, cabernet sauvignon e merlot e un po' di syrah; i terreni, posti tra i 240 e i 360 m slm, godono di una esposizione a sud, sud-est, e sono di medio impasto e galestro, di origine eocenica. Mentre le vigne "Fonte" danno le uve per il Rosso di Montalcino, i 9 ettari di "Pianrosso" forniscono la materia prima per il Brunello di Montalcino. Pur non potendo definirsi "biologica" in senso stretto, la Tenuta Ciacci Piccolomini d'Aragona partecipa al programma europeo di lotta integrata che permette di ridurre al minimo l'uso della chimica in agricoltura. La concimazione è perciò organica, potatura e raccolta sono manuali. Questo Brunello nasce da uve sangiovese in purezza, e dopo una macerazione di poco meno di un mese in vasche di cemento vetrificato subisce un invecchiamento in botti di rovere di Slavonia da 85 hl per almeno tre anni, cui segue un affinamento in bottiglia di 4 mesi. La classe assoluta di questo vino s'intuisce già dal colore - un bellissimo granato molto scuro e denso, con sfumature mattonate - ma soprattutto dal profumo, intenso e incredibilmente ampio e sfaccettato; ai sentori di frutta in confettura (prugna) si alternano, in un gioco sorprendente di calibratissimi equilibri tra varietali e terziari, ricordi floreali chiari di the verde e camomilla, e scuri di cioccolato, giuggiole e liquirizia. In bocca le sensazioni sono amplificate da un'entrata morbidissima, vellutata, di grande freschezza: insieme alla frutta si ripresenta golosa la liquirizia dolce e la nespola matura, mentre si affacciano con discrezione il tabacco e le spezie. I tannini sono così fitti, levigati e fusi che ci si dimentica di loro, al pari dell'alcool; retrolfatto pulitissimo e di bella persistenza. Un vino che è un campione della sua razza. Non economico, il suo prezzo in enoteca si attesta intorno ai 66 euro. Voto di TigullioVino.it (da 1 a 5 chiocciole) : @@@@ Elisabetta Tosi |