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Ais Nazionale / Bibenda, aiutatemi a capire

C'è l'Associazione Italiana Sommelier Nazionale.
C'è l'Associazione Italiana Sommelier di Roma.
C'è poi Franco Ricci, Presidente dell'Associazione Italiana Sommelier del Lazio, Direttore di Bibenda Editore e titolare di Bibenda Srl, azienda editrice della Guida "Duemila Vini" acquistata dall'Associazione Italiana Sommelier per farne "omaggio" (in effetti trattasi di "gadget" compreso nella quota associativa annuale di 70 euro) ai propri associati.

Quindi ?
C'è stato un gran parlare di Ais, Ais Roma, Ais Lazio, Franco Ricci, Bibenda e dei complessi intrecci di interessi e competenze che vedono in particolare protagonista Ricci, Bibenda e l'Ais Roma / Lazio.
Senza alcuna presunzione di voler dipanare ogni perplessità in merito, vorrei provare a darvi almeno qualche dato su cui potremo poi riflettere insieme.

"Il Mio Vino Professional" ad Aprile dedica uno speciale alla vicenda dall'emblematico titolo "Bibenda Pigliatutto". In particolare, nel lungo articolo comparso su "Il Mio Vino Professional" che in parte riprende alcuni stralci di una denuncia inviata dal sommelier Salvatore Enna all'Associazione, relativa allo stato di cose regnante a Roma, si può leggere :

“...a chi non fosse superficiale e distratto fruitore delle attività della sede romana dell’Ais, non sarà passato inosservato che si sono sempre più frequentemente presentate, negli ultimi tempi, situazioni ambigue e confuse. Ambiguità e confusione che riguardano sia i corsi tenuti presso la sede che altre manifestazioni, senza escludere tutto quello che ruota attorno al nome Bibenda. In verità, sembra quasi di assistere ad una progressiva perdita di visibilità da parte dell’Ais nazionale o regionale a favore di una società privata con fini di lucro che si chiama Bibenda Editore srl”.


Secondo quanto pubblicato sempre da “Il Mio Vino Professional”, quindi :

“approfittando della sua posizione all’interno dell’Ais, Franco Ricci, manovrerebbe in modo da usare le risorse e la credibilità dell’associazione per portare visibilità e guadagni alla sua società” essendo egli “l’unico legame tra Ais Roma e Bibenda srl”, di cui è “proprietario praticamente assoluto, il 94,5% delle quote sono in mano sua...”.


Questa lettura mi ha indotto ad informarmi in modo più preciso.
Secondo quanto ho appreso da scambi d'informazioni intercorsi con alcune aziende italiane presenti sull'ultimo numero della Guida "Duemilavini", l'Ais Roma - e non credo che Franco Ricci in qualità di Presidente Ais della Regione Lazio possa esserne all'oscuro - ha fatto seguire a questa vicenda, una lettera indirizzata ad un certo numero di cantine italiane - non ne conosco il numero preciso ma immagino a tutte le aziende presenti in guida dotate almeno di un indirizzo email - del seguente tenore :

"Vi comunichiamo che il Consiglio Direttivo di Associazione Italiana Sommelier Roma, d'accordo con Bibenda Editore, ha deciso di non pubblicare sulle Edizioni DUEMILAVINI e BIBENDA, notizie e/o recensioni di Aziende Vinicole che si avvalgono di messaggi pubblicitari a mezzo di testate che la scrivente Associazione non riconduce a degna professionalità (richiesta/pubblicazione di articoli a pagamento) e che rivolgono attacchi provocatori e infamanti nei confronti di terzi, come anche recentemente accaduto. Questa decisione è stata presa soprattutto al fine di proteggere le Aziende presenti nelle nostre Edizioni e per evitare pericolose confusioni, nel rispetto dei nostri lettori. Associazione Italiana Sommelier Roma Il Consiglio Direttivo"


Inquitante, davvero inquietante.
Che figura ci fa, mi chiedo, una delegazione provinciale, sia pure della Capitale, inviare una lettera di questo tipo alle aziende ? Non sarebbe stato meglio - se l'Associazione si è realmente sentita attaccata da un articolo su questa o quella rivista - che la missiva fosse partita direttamente da Milano anziché da Roma e firmata dall'Ais Nazionale anziché dall'Ais Roma ? Forse Milano non era d'accordo ? Forse trattasi di iniziativa autonoma e indipendente rispetto alla volontà dell'Ais Nazionale ? Forse che tutto quello che riguarda Bibenda e la sua Guida compete a Ricci oppure all'Ais a seconda delle circostanze ?

Non lo so. Di certo paiono piuttosto evidenti i problemi di comunicazione/coordinamento tra Milano e Roma e la confusione e lo scompiglio che una comunicazione del genere può ingenerare tra i destinatari. Nel complesso, non mi è sembrata una gran bella mossa comunque. Al limite - avendone eventualmente ravvisato i presupposti - mi sarei attivato legalmente contro questa o quella rivista se mi fossi sentito concretamente danneggiato o, peggio, diffamato, ma imporre alle aziende recensite di non fare pubblicità su determinate riviste pena l'esclusione della guida - qualunque sia la ragione della missiva - ribalta il senso e lo scopo di una guida : valutare e inserire in guida in base ai meriti relativi ai vini, in modo imparziale, non in base a dove va la pubblicità delle singole aziende.

Vogliamo togliere ad un'azienda la libertà di farsi promozione dove le pare per il solo fatto che la testata di turno si sia occupata di faccende scomode all'Ais ? Fosse anche articolo diffamatorio - il che è comunque da verificare - un'ingerenza di questo genere sembra davvero "inopportuna" per usare un eufemismo. "Lì per lì ho pensato fossero impazziti" - esclama al telefono la proprietà di un'azienda emilana da me interpellata. Non mi stupirei se per la prossima edizione richiedesse di non comparire in guida ho pensato io.

Che quadretto ! Ma purtroppo c'è altro.Sullo stesso sito di Bibenda che poi non si capisce se è quello della Srl editrice della guida o dell'Ais Roma - tale è la confusione, provare per credere - nell'area "Chi siamo", leggo e trascrivo testualmente :

"L'A.I.S. Roma è anche editore (neretto mio). Sotto il segno di BIBENDA EDITORE firma le edizioni di maggior successo che riguardano il vino e dintorni..."


Ma come ?
"Ais Roma è anche editore" ? Ho letto bene ? Non erano due entità - l'Ais e Bibenda - distinte ? E se fossero invece uguali l'Ais che fa, compra la guida da sé stessa ? In effetti, un bel guazzabuglio.
Intendiamoci : nulla in contrario a che l'Associazione acquisti una guida da un editore terzo se proprio non è in grado di farsene una per i fatti suoi, ma un poco di chiarezza in più, se non altro, nei confronti di tutti quei soci Ais che hanno subito multe, espulsioni o radiazioni per infrazioni anche minime di uno o più articoli dello Statuto dell'Associazione, non sarebbe forse dovuta ?

Ho cercato di approfondire ulteriormente. Vado sul Forum ufficiale dell'Associazione Italiana Sommelier. Purtroppo, neppure basta a chiarire ogni aspetto, lo sforzo di Antonello Maietta - Consigliere Nazionale Ais - che spiega :

"L'idea di una Guida dei vini redatta dall'AIS per gli associati nasce dall'intuizione di Fabrizio Maria Marzi, relatore e curatore di diversi testi AIS, grande enologo piacentino/pavese, ed all'epoca Vice Presidente AIS. Siamo a cavallo degli anni 1998/1999, sotto la presideza Furlan, ipotizzando che l'AIS aveva ormai acquisito moltissima credibilità ed era capillarmente diffusa sul territorio nazionale, chi meglio dei sommeliers avrebbe potuto essere arbitro imparziale tra produttore e consumatore?

La sua proposta trova interesse ma la sua successiva analisi dei costi (350 Milioni di lire per realizzare 30.000 copie circa) fa scattare qualche riserva, si ritiene il costo troppo elevato e qualcuno arriva addirittura a dire che Fabrizio si vuole arricchire alle spalle dell'AIS (Nota mia [di Maietta ndr] : Fabrizio è persona degnissima che non ha mai vissuto di AIS e tuttora collabora con l'AIS in modo specchiato). Il Consiglio Nazionale respinge pertanto la proposta.

Franco Ricci, all'epoca semplicemente Delegato di Roma, intuisce invece le potenzialità di una tale operazione e richiede l'autorizzazione per elaborarla all'interno della sua Delegazione assumendosi nel contempo il rischio economico di una tale impresa. Viene autorizzato ! Esce dapprima la Guida ai Vini del Lazio e l'anno dopo, a fine 1999, esce la prima edizione di DUEMILAVINI. Visto il successo ed il gradimento riscontrati, l'anno successivo (siamo nel 2000 sotto la presidenza Vaccarini)l'AIS decide di acquistarla per farne "omaggio" agli associati, ritenendolo uno strumento utile per le conoscenza professionali del sommeliers. Non solo, esiste un preciso obbligo contrattuale che impone all'editore di riportare il logo AIS (quindi non è una usurpazione del marchio, bensì una imposizione da parte dell'AIS)."


La confusione del marchio non ci sarebbe, quindi, perché da un lato l'apposizione dello stesso sulla guida Duemilavini è imposta dall'Associazione con il contratto che regola la fornitura della guida - ma allora Ais Roma non sarebbe editore come scritto sul sito di Bibenda ! - dall'altro apposta di fatto ad un prodotto editoriale che promuove - e di per sé non danneggia - l'Ais tutta. Andiamo avanti.

Torniamo al lungo articolo comparso sul numero IV di Aprile 2006 de "Il Mio Vino Professional". Pur se a mio avviso parte da un presupposto errato e cioè, che l'Ais abbia radiato Salvatore Enna per via della denuncia della situazione regnante a Roma e non, piuttosto e come invece lo stesso Enna dice sul Forum Ais, per le attività in concorrenza da questi svolte, resta pur sempre un articolo ricco di informazioni, testimonianze e spunti di riflessione interessanti.

In particolare, sono rimasto esterrefatto dall'articolo de "Il Mio Vino Professional" relativo l'esautoramento da parte della Giunta Esecutiva Nazionale nei confronti del Consiglio dei Probiviri che si stava occupando della denucia avanzata da Enna e poi, in modo ancora più clamoroso, della vicenda relativa ai Master di Bibenda targati "Associazione Italiana Sommelier" che non avevano nulla di ufficiale e riconosciuto a livello internazionale, se non i soldi spesi dai corsisti per averli (migliaia di euro). Se anche questi due rilievi fatti da "Il Mio Vino Professional" fossero veri, credo che l'Ais non potrebbe non sentirsi in grande e grave imbarazzo, se così non fosse, sarei lieto di pubblicarne le repliche.


A tutto voler concedere comunque, e anche ipotizzando che tutto quanto sopra sia frutto dell'immaginario collettivo, un problema concreto sembra decisamente sussistere ed è costituito dallo straordinario livello di confusione che creano tutti questi intrecci tra Ais Roma, Bibenda Editore, Bibenda Srl, Ricci, le incomprensioni a livello di comunicazione/coordinamento tra Ais Roma ed Ais Nazionale (Milano) e la grande forza comunicativa ed operativa di Roma rispetto alla quale Milano solitamente non riesce ad imporsi in modo adeguato. Situazione che probabilmente si è aggravata da quando l'Ais ha adottato la Duemilavini di Bibenda / Ricci acquisendo, quest'ultima, un ruolo ed un peso determinante per tutta l'Associazione. Era prevedibile.

Una situazione che non potrebbe certo sussistere se non lasciando spazio almeno al dubbio che Franco Ricci sia molto protetto a livello nazionale. Almeno questo è quello che io percepisco dall'esterno. Confusione, sia verso gli associati che verso il pubblico quindi. Che poi si agisca per il bene o il male dell'Associazione è un altro discorso, anche se in fondo non credo che da tutta questa vicenda l'Associazione ne guadagni in immagine (in particolare mi riferisco alla lettera inviata da Ais Roma alle aziende). Un esempio banale che testimonia un atteggiamento, un modo di fare diffuso tra gli affezionati di Ais Roma, una delle tante cose che mi avevano colpito qualche anno fa di fronte allo stand bibenda a Vinitaly era la divisa diversa (cravatta viola/fucsia) rispetto a quella prevista dell'Ais Nazionale. Stupidaggini, ma ti da il metro di chi può e di chi no.

Se agli associati sta bene questa situazione di confusione diffusa, nessun problema, ma i segnali che arrivano da più parti, almeno a leggere le reazioni di molti soci sullo stesso Forum Ufficiale Ais, sembrano far pensare diversamente, anche al di fuori dell'Associazione c'è chi vorrebbe maggiore chiarezza, in fondo l'Ais è - o dovrebbe essere - un bene per il mondo del vino. E' quindi logico che l'interesse a che il suo nome e la sua reputazione restino valori integri, vada oltre i confini associativi.


Queste mie righe non serviranno certo a dipanare ogni dubbio o perplessità. L'intento è solo quello di fornire qualche elemento su cui riflettere. Ogni commento, soprattutto da parte degli amici dell'Ais, credo sarà gradito da tutti coloro che tengono al credito ed alla dignità dell'Associazione che, per numero di associati e lavoro svolto sul territorio nazionale, riveste senza dubbio una voce importante nella crescita culturale e professionale del mondo del vino. Brindo a che questa voce resti seria e credibile a lungo.


Approfondimenti :

- Su WineNews
- Sul Forum dell'Associazione Italiana Sommelier
- Su it.hobby.vino


[Fonti : Bibenda.it, Sommelier.it, IHV, riscontri ed interviste telefoniche ad aziende]

Commenti

In qualità di Responsabile commerciale di una concessionaria di pubblicità di un mensile di settore trovo davvero assurdo il contenuto della presunta lettera che sarebbe stata inviata alle principali cantine contenente il "consiglio" a non pubblicizzarsi in quelle che in pratica vengono definite "testate che la scrivente Associazione non riconduce a degna professionalità" pena la non pubblicazione nelle guide citate.
Il messaggio è davvero inquietante e inopportuno oltre che essere , a mio avviso, inaccettabile per coloro che, come il sottoscritto, si approcciano alla propria attività con professionalità e con l'intento priamrio di non vendere semplicemente spazi pubblicitari ai propri clienti bensì pianificazioni per comunicare ai lettori tutta la passione, l'energia, le difficoltà che ci sono a monte di una bottiglia di vino.
Mi auguro che trattasi di una uscita per così dire inappropriata e che abbia avuto il solo effetto di far sobbalzare indignati dalla proria sedia tutti quelli che operano nel settore della comunicazione e dell'advertising specializzato.
Queste cose lasciamole al mondo del calcio per cortesia!!

La cosa non finisce qua! infatti il forum sul sito dell'AIS su cui la querelle stava prendendo campo è stato lasciato in balia dei polemisti al punto che l'AIS ha deciso di chiuderlo, peraltro con una scusa un pò scema sul fatto che stanno aggiornando il database degli iscritti! Il tutto senza mai spiegare alcunchè e senza intervenire mai a livello di Giunta Nazionale sul forum (nonostante in teoria ci siano dei moderatori fantasma. Noi forumisti sommelier, pro-Ricci o contro, siamo comunque tutti su http://www.rexbibendi.com/ e invitiamo tutti a discutere con noi in LIBERTa' che sul sito AIS è stata temporaneamente soppressa (almeno fino alle prossime elezioni di ottobre!)

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