Successo per la raccolta di firme contro il nuovo regolamento europeo lanciata dai Consorzi di tutela del Bardolino e del Garda Classico in difesa del Chiaretto e degli altri vini rosati tradizionali. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Aldo Brancher: “Un patrimonio da salvaguardare”. Sostegno dal Ministro Zaia e della Regione Lombardia. Ha raccolto ampi consensi la petizione in difesa del Chiaretto e dei vini rosati tradizionali promossa a Vinitaly congiuntamente dai Consorzi di tutela del Bardolino e del Garda Classico. Sono state più di 1500 le firme raccolte negli stand consortili e numerosi sono stati i servizi giornalistici, radiofonici e televisivi usciti sull’iniziativa, che ha visto per la prima volta allearsi i due Consorzi che tutelano i rosé prodotti sulle opposte rive del lago di Garda: nel Veneto, il Bardolino Chiaretto, prodotto prevalentemente con le uve autoctone della Corvina, esce annualmente sul mercato in circa 9 milioni di bottiglie, mentre il Lombardia, il Garda Classico Chiaretto, ottenuto in netta prevalenza dal vitigno locale del Groppello, è attorno alle 400 mila bottiglie annue.
Tra i firmatari, numerosi sono stati i produttori (anche di altre regioni italiane), così come pieno sostegno è pervenuto da vari protagonisti della vita politica e amministrativa. Ovviamente largamente maggioritarie le firme degli italiani, ma alcune sottoscrizioni sono arrivate da cittadini dell’Olanda, della Francia, della Spagna, del Belgio, del Lussemburgo, della Slovenia, della Polonia, della Lituania, dell’Ucraina. La passione per il rosé autentico non ha confini.
“I due Consorzi di tutela del lago di Garda - ha spiegato, nell’apporre la propria firma, l’onorevole Aldo Brancher, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ma anche produttore di Bardolino nella sua tenuta rivierasca – bene hanno fatto a sollecitare l’attenzione sui valori della territorialità, della tradizione, della storicità dei vini rosati italiani: confermo il mio pieno appoggio all’iniziativa”. Ed allo stand di uno dei produttori del Bardolino ha siglato la petizione perfino il ministro alle Politiche agricole Luca Zaia. Interesse per l’iniziativa dei Consorzi gardesani è stata manifestata dall’onorevole leghista Giovanna Negro. Ampio l’appoggio anche da parte di esponenti della Regione Lombardia: nello stand del Consorzio del Garda Classico hanno apposto la loro sottoscrizione l’assessore all’agricoltura Luca Ferrazzi e l’assessore allo sport e al turismo Pier Gianni Prosperini.
Per l’Amministrazione provinciale di Brescia hanno dato il loro supporto gli assessori all’agricoltura Gian Francesco Tomasoni e alle attività culturali Riccardo Minini, nonché il vicepresidente Aristide Peli. Le doc del Bardolino e del Garda Classico prevedono che nella produzione del Chiaretto si utilizzi la tradizionale vinificazione in rosa di uve rosse. Il nuovo regolamento europeo in discussione il prossimo 27 aprile vorrebbe autorizzare invece la produzione di vini dalla colorazione rosa attraverso una miscela di vini bianchi e rossi. “Siamo contrarissimi a questa involuzione comunitaria, che rischia di vanificare il lavoro e l’impegno di centinaia di produttori del Bardolino, così come di altre denominazioni italiane” dice il presidente del Consorzio del Bardolino, Giorgio Tommasi. “Spero che tutto il panorama enoico italiano si schieri contro questa ipotesi pesantemente offensiva nei confronti della nostra cultura e della nostra dignità di produttori, ma anche dei consumatori” afferma il presidente del Consorzio del Garda Classico, Sante Bonomo.
Fonte news: Consorzio Tutela Bardolino doc
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Inserito da Mike Tommasi
il 20 aprile 2009 alle 18:33Queste proteste sono assolutamente patetiche.
Basterebbe leggere i regolamenti (ma chi lo fa ormai?) per capire che la nuova proposta di regolamento concerne UNICAMENTE i vini da tavola, per i quali il coupage è attualmente proibito, mentre per le denominazioni di origine non cambia NULLA perchè da SEMPRE la miscela è autorizzata, salvo disciplinare più rigido.
(vedi regolamento 1493-1999 articolo 42 comma 6: 6. Il taglio di un vino atto a diventare vino da tavola bianco o di un vino da tavola bianco con un vino atto a diventare vino da tavola rosso o con un vino da tavola rosso non può produrre vino da tavola.)
Vedi pure il comunicato stampa dell'UE, chiarissimo ma rapidamente pasticciato dalla stampa : http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/09/476&format=HTML&aged=0&language=EN&guiLanguage=en
Si propagano quindi notizie allarmistiche distorte, con i giornalisti omettono di menzionare (anzi, non lo sanno nemmeno loro) che per i vini di origine (AOC, DOC, IGP,...) la produzione da rosé da miscele di bianchi e rossi è SEMPRE stata autorizzata a livello Europeo, pur lasciando poi ai disciplinari decidere se imporre regole più strette. La prova: la AOC Champagne fa miscele da sempre, e non ditemi che lo Champagne non è un vino! Anzi, i rosati della Champagne da miscela possono essere veramente eccezionali.
Allora, signori del Bardolino e delle Côtes de Provence, perchè tanto casino se per le vostre AOC DOC non cambia assolutamente NULLA? Se il "patrimonio da salvaguardare" è così solido, perchè tanta paura per dei volgari vini da tavola? Che rischio c'è, visto che, lo avete detto voi, il risultato di mischiare rossi scadenti e bianchi scadenti non può essere che cattivo? O forse... nessuno ne ha parlato... e se mescolando bianchi ottimi e rossi ottimi si ottenesse un rosato... eccellente? :-)
Straordinaria poi l'ipocrisia, almeno dal lato francese, con un ministro dell'agricoltura che ha firmato in favore della proposta il 27 gennaio, per poi sparare contro "l'Europa" la settimana dopo.
Tutto questo in un mondo dove forse il 2% dei consumatori sapevano che il rosato tradizionale si fa con uve unicamente rosse.
Un circo patetico.
Mike