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Ha 5 mila anni il primo cocktail della storia

La scoperta è stata annunciata a Scansano (Grosseto) al convegno di archeologia della vite e del vino da Patrick McGovern, uno dei massimi esperti mondiali di chimica applicata all'archeologia

Nasce 5 mila anni fa in Mesopotamia il primo cocktail della storia. Una singolare mescolanza arcaica di vino, birra, succo di mele e miele. Sono gli ingredienti di quello che Patrick McGovern ha definito come una sorta di "grog", una bevanda arcaica che negli Usa hanno pensato bene di commercializzare con il nome di "Midas Touch".

McGovern, professore presso l'Università di Pennsylvania, a Philadelphia, uno dei massimi esperti di chimica applicata all'archeologia, ha presentato i risultati di una recente ricerca effettuata sulle rive del Tigri, tra l'Iran e l'Iraq. E' quanto emerge dalla prima giornata del convegno internazionale di studi sull'archeologia della vite e del vino, organizzato a Scansano (Grosseto), terra del Morellino, dall'Associazione Nazionale Città del Vino e dall'Università di Siena, dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti.

Nella sua relazione McGovern ha ripercorso la storia dell'evoluzione della viticoltura tra oriente e occidente, mostrando i risultati di un'analisi che dimostra come in alcuni recipienti di terracotta rinvenuti sulle rive del Tigri sia stata rilevata la presenza di acido tartarico (un elemento base dei prodotti delle fermentazione dell'uva), miele, succo di mele e orzo fermentato (una sorta di birra ante litteram). L'aspetto curioso del "grog" è che questo stesso cocktail sarebbe stato consumato anche dagli Etruschi, come si può dedurre dall'analisi di alcuni recipienti rinvenuti in Toscana meridionale.

Il convegno di Scansano ha però messo in evidenza la certezza che la vite silvestre era presente in Etruria già 6 mila anni fa, molto prima che i greci introducessero in queste zone i loro vitigni e le tecniche di coltivazione e produzione di vino. In sintesi gli etruschi avrebbero conosciuto la vite, quindi la sua domesticazione in area mediterranea potrebbe essere stata antecedente a quella proposta dai greci.
Una teoria che il progetto Vinum sta esplorando, grazie a un'iniziativa finanziata dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena e organizzata dall'Associazione nazionale Città del Vino , dall'Università di Siena, Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti, dall'Università di Milano, Dipartimento di Produzione Vegetale, e Dipartimento di Biologia molecolare dell'Università Bicocca di Milano.

L'integrazione tra archeologia, botanica e biologia molecolare potrà essere in grado di rivelare, attraverso lo studio del genoma della vite silvestre, se e come esiste un rapporto tra la vite selvatica usata dagli etruschi e i vitigni della moderna vitivinicoltura.


Ufficio Stampa Città del Vino
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